Terra Madre
giovedì 14 Agosto, 2025
Il global warming colpisce anche i torrenti e i laghi alpini: a rischio la popolazione di trote
di Jacopo Mustaffi
E nel lago di Serraia è nata una «foresta d'alghe»

Probabilmente in questi giorni avrete approfittato del caldo torrido per rinfrescarvi nei laghi trentini, ma vi sarete anche accorti che l’acqua è decisamente più calda. Bene, immaginate cosa può significare questo effetto apparentemente piacevole per chi nelle acque ci vive tutto l’anno. Il cambiamento climatico sta già trasformando gli ecosistemi acquatici del Trentino. Le temperature più alte di laghi e fiumi, dovute all’aumento delle temperature dell’aria, riducono la concentrazione di ossigeno disciolto. Allo stesso tempo, eventi di pioggia intensa, sempre più frequenti, provocano maggiore erosione e trasporto di sedimenti e nutrienti. A dirlo non sono i dati del Rapporto sullo stato del clima in Trentino, che delineano un futuro in cui la biodiversità d’acqua dolce sarà messa seriamente alla prova.
La trota scomparirà?
L’aumento delle temperature dell’acqua e la riduzione dell’ossigeno disciolto minacciano specie ittiche tipiche di acque fredde, come la trota. In futuro la loro presenza potrebbe ridursi drasticamente. Le acque più calde favoriscono e anticipano le fioriture algali primaverili peggiorando la qualità dell’acqua e provocando fenomeni di ipossia o anossia quando le alghe morte si depositano sul fondale. In più, eventi di pioggia estrema aumentano il trasporto di sedimenti e nutrienti nei laghi, causando improvvise fioriture algali.
In pericolo anche gli anfibi
Le estati sempre più calde accelerano il prosciugamento degli stagni alpini alimentati dalla neve, mettendo a rischio i girini, che rischiano di non riuscire a completare la metamorfosi. E non è solo un problema della fase iniziale della vita: anche gli anfibi adulti sono vulnerabili. Inverni più miti, con picchi di calore improvvisi, possono interrompere l’ibernazione, costringendoli a consumare energie preziose che non potranno recuperare fino alla primavera.
Specie invasive nel Garda
Le acque più calde del Lago di Garda hanno creato il terreno ideale per alghe minuscole e unicellulari, capaci di prosperare in ambienti caldi e poveri di nutrienti. Se da un lato l’eutrofizzazione (aumento incontrollato di sostanze nutrienti che favorisce lo sviluppo di alghe) sta diminuendo negli strati superficiali, dall’altro il cambiamento climatico porta nuove sfide: l’arrivo e la stabilizzazione di specie aliene di pesci, crostacei e molluschi, stanno cambiando la catena alimentare e mettendo alla prova l’equilibrio di tutto l’ecosistema.
Serraia, una foresta di alghe
Il Lago di Serraia, a Baselga di Piné, da anni combatte contro l’eccesso di nutrienti nelle sue acque, una condizione che ne ha favorito l’eutrofizzazione. Nell’estate 2023, però, la situazione è peggiorata: le alte temperature, rimaste elevate fino all’autunno, hanno dato il via a una fioritura algale dominata – per la prima volta – dalla Microcystis aeruginosa, un cianobatterio tra i più pericolosi per gli ecosistemi d’acqua dolce.
Si suda anche sul Careser
Gli effetti più rapidi si vedono negli ecosistemi d’alta quota, come i torrenti glaciali e i piccoli laghi alpini. Il torrente alimentato dal ghiacciaio del Careser è un esempio chiave: negli ultimi dieci anni, la temperatura massima estiva dell’aria è aumentata di 1,7-1,8 gradi rispetto agli anni Ottanta. L’acqua ha iniziato a riscaldarsi solo nel 2003, con vent’anni di ritardo rispetto all’aria, raggiungendo nel 2020 8,1 gradi a 2.642 metri e 2,4 gradi nel tratto più a monte (2.858 metri). Gli invertebrati acquatici hanno impiegato 13 anni per reagire: oggi sono più numerosi perché specie assenti in passato stanno risalendo di quota, approfittando di condizioni meno estreme. Ma questa colonizzazione verso monte porta a una omogeneizzazione delle comunità: le specie diventano sempre più simili e, alla lunga, la biodiversità e le funzioni dell’ecosistema si riducono.
Il caso del Lago di Tovel
Contrariamente alla maggior parte dei laghi temperati, i cambiamenti climatici hanno causato l’aumento della profondità di rimescolamento del Lago di Tovel, con la conseguenza di una maggior ossigenazione del fondale che è fondamentale per la vita della fauna ittica che lo popola, in particolare per i salmerini che richiedono alte concentrazioni di ossigeno. Il Lago di Tovel, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, è passato da una ricarica idrica di origine nivale a una prevalentemente pluviale, con conseguente aumento della temperatura dell’acqua. Inoltre, in futuro, la crescente prevalenza di ghiaccio «nero» che ricopre il lago in inverno (più trasparente rispetto al ghiaccio “bianco”) potrebbe alterare la fenologia del plancton e l’intera catena alimentare, poiché lascia passare più luce a beneficio degli organismi fotosintetici.