In Israele
venerdì 10 Ottobre, 2025
Flotilla, Riccardo Corradini verso la libertà. Tra i detenuti anche Beatrice Lio ex studentessa a Trento
di Simone Casciano
La scarcerazione attesa per oggi. Il padre Corrado: «Non si sa come li hanno trattati»

Riccardo Corradini ha firmato la liberatoria per il rimpatrio immediato e già oggi dovrebbe tornare ad assaporare la libertà. È questa la notizia più importante arrivata nella giornata di ieri, e fornita dal Ministro degli esteri Antonio Tajani a un’interrogazione della deputata trentina del Pd Sara Ferrari sullo stato di salute e sulle condizioni degli italiani sequestrati da Israele in acque internazionali mentre partecipavano alla missione umanitaria della Freedom Flotilla. Tra di loro c’è il medico roveretano Riccardo Corradini, 31 anni, che a Gaza aveva già svolto un Erasmus, primo occidentale a farlo, nel 2019. Le informazioni di Tajani sono arrivate anche al padre Corrado Corradini che le ha accolte con cauto ottimismo. «Speriamo già oggi di riuscire a sentirlo». Cauto perché nel frattempo, dai legali sul posto degli attivisti, sono anche arrivati i racconti della situazione in porto di Ashdod e poi nel supercarcere di Ketziot, nel Negev.
Tra i 9 italiani detenuti, illegittimamente, da Israele c’è poi un’altra attivista con un legame con il Trentino. Si tratta di Beatrice Lio, veneta, skipper durante la missione umanitaria della Abd Elkarim Eid, barca battente bandiera francese, e laureata in giurisprudenza all’Università di Trento. Dei 9 catturati, 7 hanno firmato la liberatoria per il rimpatrio, tra i due che si sono rifiutati c’è proprio Lio. Per quel che riguarda il rimpatrio, fa sapere la Farnesina, si sta «cercando di farli partire venerdì stesso. O con un aereo messo a disposizione dalla Turchia, oppure trasferimento in Giordania». «Dalla Farnesina mi hanno contattato solo per farmi sapere che Riccardo e gli altri avevano ricevuto la visita consolare e che stanno bene – dice il padre Corrado Corradini – Dove per bene si intende che respirano e parlano, non sappiamo come li stanno trattando. Ovviamente sono preoccupato visto quello che è successo agli attivisti della Global Sumud Flotilla». E nella giornata di ieri sono continuate le mobilitazioni per Gaza, per gli attivisti e in particolare per Corradini, soprattutto nella «sua» Rovereto.
«No alla guerra, senza se e senza ma». Questo lo slogan che troneggiava ieri alle 18 in Largo Foibe a Rovereto, dove in molti si sono riuniti per chiedere la liberazione di Riccardo Corradini, fermato con la Flotilla mentre portava aiuti umanitari. «Siamo qui perché chiediamo chiarezza e il suo rilascio immediato. – hanno detto gli organizzatori – Alziamo la voce per il nostro amico Riccardo». A riempire la piazzetta, bandiere della pace, striscioni e cartelli neri a forma di mano con scritte contenenti i messaggi: «Cessate il fuoco». E ancora: «Ogni guerra è un errore», «La pace da sogno è realtà»; «Restiamo uniti»; «Gli Stati che armano sono complici». Una folla per dire «basta al genocidio», per chiedere pace, giustizia e verità. E sul Doss Trento, da ieri, campeggia una grande bandiera della Palestina.
Alto Garda
La famiglia di Mikele Corradi, trentino morto in Colombia: «Vogliono 13 mila euro solo per riavere la salma. Siamo distrutti e non sappiamo cosa fare»
di Leonardo Omezzolli
Non era stato operato perché senza assicurazione. Tanta la burocrazia da affrontare: ufficialmente il corpo non è stato ancora riconosciuto
Mondo
La Provincia di Trento conferma: «Pronti a mandare la protezione civile a Gaza». Tra le priorità gli ospedali da campo
di Redazione
Il direttore del dipartimento Raffaele De Col: «La disponibilità sarà effettiva solo quando ci saranno condizioni di sicurezza stabili per gli operatori che saranno chiamati a realizzare le diverse attività»