L'indagine

giovedì 18 Dicembre, 2025

Come sono messi i giovani residenti a Trento? Il 57% di loro lavora, ma la metà di loro ha un contratto precario

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Lo studio dell'università: il calo demografico si sente nelle scuole primarie, con 700 iscritti in meno

Restituire una fotografia aggiornata delle nuove generazioni e dei loro bisogni, così da intervenire in maniera più mirata nelle politiche comunali: questo l’obiettivo del progetto «Rapporto infanzia e giovani della città di Trento» presentato nella giornata di ieri attraverso un report di dati raccolti durante quest’anno. Rispetto agli scorsi anni, nell’edizione 2025 è stata introdotta l’analisi della fascia 18-25 anni. Il report, come spiegato dal borsista di ricerca dell’Università di Trento Lucio Matteo Pascale, è stato basato sulla ricognizione sitografica e bibliografica di dati secondari, tradotti attraverso indicatori sintetici e confronti diacronici.

Dal punto di vista demografico, la popolazione di Trento registra una lieve crescita trainata dai flussi migratori, mentre continuano il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione. Dal 2015 al 2024 il tasso di over 65 è aumentato del 13,4%, mentre gli under 18 sono calati di oltre l’8%. Il calo delle nascite (-20% rispetto al 2015) ha determinato la crescita dei nuclei familiari unipersonali.

Diverso il trend sulla situazione economica: il reddito medio equivalente pro capite delle famiglie trentine è cresciuto di oltre il 10% rispetto al 2021, ma non compensa l’aumento dei prezzi (+15%) e presenta una distribuzione asimmetrica, che aumenta le disuguaglianze sociali.

Come spiegato dalla vicesindaca Elisabetta Bozzarelli, il report conferma segnali positivi sui servizi per l’infanzia a Trento: nonostante un gap tra domanda e offerta di 140 unità, la copertura dei servizi 0-3 anni supera il 50%, è superiore alla media nazionale ed è cresciuta del 3,4% rispetto al 2019. Diversa la situazione negli istituti primari e secondari di secondo grado, anche in relazione al tema della denatalità e della formazione professionale.

Come negli anni precedenti, l’Università di Trento si conferma attrattiva a livello nazionale: gli studenti fuori sede rappresentano il 75% degli iscritti, con criticità legate soprattutto alla difficoltà di accesso agli alloggi. In controtendenza, il report segnala un aumento del 6% di iscritti trentini.

Sul fronte lavoro giovanile, in Trentino il 57% dei giovani lavora, dato superiore alla media nazionale e in crescita del 4% rispetto al 2021. Prevalgono però contratti intermittenti e a tempo determinato, mentre quelli a tempo indeterminato restano sotto il 10%.

Il capitolo salute e benessere restituisce un quadro nel complesso positivo: 9 bambini su 10 praticano sport e oltre il 69% lo fa almeno due volte a settimana. La sedentarietà adolescenziale, però, cresce con l’età ed è associata a problematiche psicologiche come ansia, stress e disagio relazionale. Gli adolescenti sedentari sono il 18%, mentre quelli attivi sportivamente il 17%.

Un dato particolarmente significativo riguarda il volontariato giovanile a Trento: il 24% dei giovani, 1 su 4, partecipa regolarmente ad attività di volontariato formale, una quota più che doppia rispetto alla media nazionale.