Alto Garda
giovedì 9 Ottobre, 2025
Ciclovia del Garda, i timori del coordinamento sul progetto: «Il rischio di crolli è reale»
di Leonardo Omezzolli
Preoccupano le gallerie: lettera ai sindaci
Cresce la paura per il verificarsi di crolli e dissesti geologici durante la realizzazione della ciclovia del Garda con il rischio che questi possano interrompere la normale viabilità sulla gardesana occidentale. Il Coordinamento interregionale per la tutela del più grande lago d’Italia è in allarme e non solo per aver letto alcune documentazioni che ripercorrerebbero gli eventi franosi occorsi durante la costruzione del primo tratto, già aperto al pubblico da Riva allo Sprone (circa 1.600 metri), ma per le operazioni attualmente in corso (e che seguiranno ndr) nei successivi tratti che, geologicamente, presenterebbero, a loro dire, «maggiori criticità». Per condividere le proprie preoccupazioni hanno quindi inoltrato opportuna documentazione al presidente della Comunità del Garda, della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano e ai presidenti della Provincia di Trento, delle regioni Veneto e Lombardia e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Continui dissesti geologici
Tutto nasce da una lettera inviata a sindaci, giunte e consiglieri comunali dal titolo «Ciclovia del tratto trentino occidentale Riva del Garda/Confine Lombardia. Informazioni riguardo al Progetto di Fattibilità Tecnico Economica dell’Unità Funzionale 2 ed esposizione del potenziale pericolo per la circolazione sulla SS 45 bis». Una nota ufficiale che documenta l’evoluzione del tratto ovest trentino esponendo i dissesti geologici avvenuti nella costruzione della prima parte (Riva – Sperone) dovuti alla instabilità della roccia «instabilità – scrivono dal Coordinamento -che, notoriamente, caratterizza tutta la parete rocciosa della sponda occidentale, nonché orientale. I dissesti in questa porzione del progetto si sono verificati solo riprofilando alla base la parete rocciosa e nonostante vi fosse già il sedime dismesso della vecchia gardesana con le gallerie storiche che, sui tratti originariamente a cielo aperto, è stato recuperato con nuove gallerie artificiali». Nella lettera, secondo il Coordinamento emerge tutta la fragilità della roccia. «Il nuovo progetto preliminare sul tratto successivo Sperone-Ponale (890 metri) presenta ancora maggiori criticità – sentenziano -. Mentre per 400 metri si recupera il vecchio tracciato stradale, con lavori e rischi connessi analogamente a quanto sopra descritto, per gli altri 500 metri è prevista la costruzione di nuove gallerie artificiali e nicchie in cui far passare la ciclovia, poiché essa deve essere costruita all’esterno a causa della presenza, dietro una sottile parete rocciosa, della attuale gardesana occidentale Ss 45 bis».
A rischio la viabilità sulla Ss 45 bis
Il Coordinamento spiega che le falesie del nuovo tratto di ciclovia «praticamente verticali, ancora incontaminate, sono soggette a crolli che tuttavia, poiché non interferiscono (ad oggi ndr) con la circolazione stradale, non vengono registrati. È chiaro che incidere la roccia per creare il nuovo sedime della ciclovia costituisce una ulteriore discontinuità che indebolisce la roccia. Tutto ciò lascia con molta probabilità prevedere che anche solo iniziare i lavori di disgaggio, pre-consolidamento e scavo delle nicchie e gallerie, metta a rischio la strada poiché, come detto, corre assai superficialmente. Sia anche chiaro che, come prescritto dai tecnici progettisti, la roccia e la galleria stradale Orione della Ss 45 bis dovrebbero essere monitorate sin dall’inizio ininterrottamente».
Il Coordinamento chiede chiede alle amministrazioni gardesane di riflettere sul rischio di proseguire nella realizzazione di questa infrastruttura e di fare il possibile per sospendere l’opera puntando sull’intermodalità. Sulla questione il sindaco di Riva, Alessio Zanoni, ricorda di aver già sollevato le stesse preoccupazioni «con ben due lettere – spiega – alla seconda non è ancora stata data risposta. Auspico che anche la Comunità del Garda si muova e dica qualcosa. È tutt’altro che una questione secondaria».
Dello steso avviso la sindaca di Arco Arianna Fiorio: «Ritengo che i pericoli di crolli che paventa il Coordinamento siano concreti, la storia della falesia è nota».