Il focus
venerdì 17 Ottobre, 2025
Che cos’è un Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio), chi può essere trattenuto e chi decide? Domande e risposte sulle strutture detentive
di Simone Casciano
Anche in Trentino verrà istituito, ma di cosa si tratta? Un focus per capire

Che cos’è un Cpr?
Un Centro di permanenza e rimpatrio è una struttura amministrativa dove vengono trattenuti cittadini stranieri senza permesso di soggiorno valido in attesa di espulsione o rimpatrio.
Chi può essere trattenuto in un Cpr?
Possono essere trattenute persone straniere senza permesso di soggiorno valido che sono destinatarie di un provvedimento di espulsione e non possono essere rimpatriate immediatamente per motivi logistici o burocratici.
Su quale base giuridica le persone vengono trattenute?
Il trattenimento nei Cpr si basa sull’articolo 14 del Testo Unico sull’Immigrazione. In base a questa norma, il Questore può disporre la permanenza di uno straniero destinatario di un provvedimento di espulsione quando il rimpatrio non è immediatamente possibile. La misura deve essere convalidata entro 48 ore dal Giudice di Pace e può essere rinnovata periodicamente fino a un massimo di 18 mesi, come previsto dalle direttive europee sui rimpatri.
Quindi una persona in un Cpr non è arrestata?
Una persona trattenuta in un Cpr non è arrestata né sottoposta a provvedimenti di custodia cautelare, perché non ha commesso alcun reato penale. La privazione della libertà avviene per motivi amministrativi, legati all’espulsione o al rimpatrio, e non ha carattere punitivo.
Nei Cpr possono essere “imprigionate” anche persone che non hanno commesso nessun reato?
Sì, nei Cpr possono essere trattenute persone che non hanno commesso alcun reato. La privazione della libertà è dovuta esclusivamente alla loro condizione di irregolarità sul territorio nazionale, non a comportamenti criminali.
Chi decide chi viene mandato in un Cpr?
La decisione di trasferire una persona in un Cpr spetta al Questore, che valuta la situazione dello straniero destinatario di un provvedimento di espulsione quando il rimpatrio non può essere immediatamente eseguito. Il Questore dispone il trattenimento e sceglie la struttura più adatta, tenendo conto della disponibilità di posti e delle esigenze logistiche
Quanto dura la permanenza?
La permanenza può arrivare fino a un massimo di diciotto mesi, ma la durata effettiva dipende dalla possibilità di identificazione e di organizzare il rimpatrio. Alcune persone vengono rilasciate prima se il rimpatrio non è possibile.
Che diritti hanno le persone trattenute?
Le persone trattenute hanno diritto all’assistenza legale, a contattare avvocati, familiari e Ong, a ricevere assistenza sanitaria e pasti adeguati, e a essere informate sui motivi del trattenimento con la possibilità di presentare ricorso contro la convalida o il decreto di espulsione.
I Cpr contribuiscono alla sicurezza e al contrasto del crimine?
L’obiettivo dichiarato dei Cpr è facilitare il rimpatrio di persone irregolari, riducendo la presenza di soggetti senza permesso sul territorio. Tuttavia, i dati mostrano che solo una minoranza viene effettivamente rimpatriata, l’impatto sulla criminalità è marginale e le strutture sono spesso criticate per inefficienza.
Sono state sollevate critiche ai Cpr? Quali?
Sì. Le principali critiche riguardano le condizioni materiali (spazi limitati, sovraffollamento, carenze sanitarie), la distanza dalle famiglie e dagli avvocati, l’alto costo di gestione, la bassa efficacia dei rimpatri e l’effetto limitato sulla sicurezza. Organizzazioni per i diritti umani definiscono spesso i Cpr strutture disumane e inefficaci.
Chi li gestisce?
I Cpr sono gestiti materialmente da società appaltatrici private o cooperative, che si occupano della logistica, dei pasti, della pulizia e del supporto sanitario. La sicurezza interna è garantita dalla Polizia Penitenziaria o dalla Polizia di Stato, mentre il Ministero dell’Interno mantiene il coordinamento e la supervisione complessiva.
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