LE REAZIONI
mercoledì 10 Dicembre, 2025
Bilancio, l’opposizione contro il piano di Fugatti. Degasperi (Onda): «Salari bassi. Il Trentino è una Cina del Nord»
di Tommaso Di Giannantonio
Valduga (Campobase): «Manifatturiero, tanti annunci e poca concretezza»
Le minoranze confidano, seppur con prudenza, nelle ultime parole della relazione di Fugatti. «L’invito è di esaminare questa manovra con lo spirito costruttivo che deve prevalere sugli interessi di parte, specie in questi tempi così complessi», ha detto ieri il governatore illustrando la manovra di bilancio della Provincia. E oggi i consiglieri di opposizione partiranno da questo segnale di apertura per far valere le proprie proposte su casa, famiglia, lavoro, imprese e sanità. «Sono proposte di buon senso che migliorerebbero, integrerebbero e, per certi versi, supplirebbero alle mancanze della manovra», dice Francesco Valduga, consigliere di Campobase e portavoce dell’Alleanza democratica e autonomista (Ada), che ha presentato in totale 15mila emendamenti in via preventiva, come eventuale arma ostruzionistica da sfoderare qualora ci fosse un muro insormontabile da parte della maggioranza.
«Mi fa piacere — prosegue Valduga — che il bilancio di previsione sia considerato come un momento per tracciare la rotta, ma siccome abbiamo l’impressione che finora la rotta non sia stata granché tracciata, noi vogliamo essere ottimisti e immaginare che qualcosa di questo tragitto emergerà». Sicuramente «non si vede uno stralcio di riforma su temi importanti e fondamentali. Il piano industriale? Tanti annunci e poca concretezza. Ci aspettiamo che Fugatti voglia aprire una trattativa: siamo disponibili a mettere in campo le nostre idee», ribadisce. Intanto Valduga ci tiene a sottolineare il risultato portato a casa sulla Valdastico: «Grazie al nostro ostruzionismo siamo riusciti a stoppare l’ipotesi dell’uscita a Rovereto sud. Ora la battaglia prosegue». Gli fa eco Alessio Manica, capogruppo del Pd: «Fugatti ha riconosciuto la vittoria delle minoranze».
Per il resto, il consigliere dem non si dice sorpreso della relazione del governatore: «Una narrazione molto attenta a descrivere il Trentino perfetto da quando abbiamo Fugatti presidente, ma non è esattamente così automatico — considera Manica — Ci racconta di quanto l’industria è forte e di quanto siamo bravi sulla ricerca, ma in 33 pagine non c’è uno dei nodi principali, quello dei salari: neanche una parola. Il crollo della capacità di acquisto delle famiglie è un tema urgente del Trentino». Il capogruppo del Pd rinnova la speranza «nelle ultime righe della relazione, che hanno riconosciuto il Consiglio come luogo di dibattito sulle prospettive del territorio».
Duro Filippo Degasperi (Onda): «Le imprese arrivano, ma perché i salari sono sotto la media del nord-est e anche sotto la media nazionale: il Trentino si sta trasformando in una sorta di Cina del nord, dove le aziende arrivano per sfruttare i bassi salari. Noi proponiamo che i contributi siano assegnati solo alle imprese che rinnovano i contratti».
Dai banchi della maggioranza, invece, arrivano apprezzamenti, seppur con qualche riserva. «Complessivamente si tratta di una buona manovra, equilibrata, che movimenta risorse per oltre 6 miliardi di euro — premette Daniele Biada, capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI) — Ci sono provvedimenti importanti sulla famiglia e sono previsti ingenti investimenti sulle opere pubbliche, ma mi piacerebbe che le misure per la casa, altrettanto importanti, fossero strutturali, e non misure spot». Il capogruppo della Lega Mirko Bisesti rimarca l’intervento di riduzione e in certi casi di azzeramento delle tariffe del nido: «Tutti tasselli che compongono quel mosaico in cui le famiglie si sentono aiutate».
I sindacati apprezzano lo sforzo, ma «la manovra, oggi, non è sufficiente per rispondere al rallentamento della crescita economica e alla riduzione della capacità di spesa di lavoratori e pensionati. Dobbiamo avviare il confronto sulla ripresa dell’industria e sul sostegno all’innovazione. Non c’è un minuto da perdere», dicono i segretari generali provinciali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Largher (Uil).
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