Infrastrutture

giovedì 16 Ottobre, 2025

Bando A22 e la messa in mora dell’Unione Europea. La mossa di Kompatscher: «Si va avanti comunque»

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Il tema in consiglio regionale: «Non è stata bocciata la prelazione prevista in Italia»

Ritirare ora il bando per la concessione dell’A22? Nemmeno per sogno. Si va avanti, nonostante la messa in mora dell’Italia da parte dell’Europa proprio in tema di concessioni. Lo ha detto a chiare lettere ieri, in Consiglio regionale, il presidente della Regione Arno Kompatscher. Che ha letto la sintesi del carteggio tra la Commissione e il Governo italiano, interpretando i testi in maniera ottimistica. E assicurando che la sua intenzione è di proseguire sulla stessa strada, contrario dunque alla proposta della minoranza — contenuta in un ordine del giorno, poi bocciato — di fare un passo indietro. «Tutto quello detto fin qui si basa sulle indiscrezioni della stampa», ha osservato Kompatscher facendo riferimento all’articolo del Sole 24 Ore che anticipava la lettera di messa in mora dell’Italia. «Ora parlano i documenti», anche se in realtà la lettera di 19 pagine l’ha vista solo il ministro Salvini. A disposizione c’è soltanto la sintesi contenuta nel comunicato stampa della Commissione e in quello, di risposta, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Messa in mora
Kompatscher, davanti all’Assemblea regionale, legge quindi la sintesi della lettera della Commissione che sanziona il «non corretto recepimento nella legislazione nazionale di talune disposizioni delle direttive in materia di appalti pubblici dell’Ue». Testuale: «La Commissione ritiene che le nuove norme sulle procedure di aggiudicazione delle gare in project financing (…) stabilite nel codice italiano dei contratti pubblici, modificato nel dicembre 2024, non siano ancora conformi alle direttive Ue in materia di appalti pubblici». Per alcuni solo tecnicismi, ma per gli addetti ai lavori nasce il dubbio: c’entra l’A22? Tutto questo timore è giustificato?

Prelazione, Roma in difesa
«Ora — dice Kompatscher al Consiglio — la risposta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti», quello di Salvini, che il presidente ha sentito nei giorni scorsi. Ministro che ha letto tutte le 19 pagine, e infatti la sua risposta è dettagliata e parla anche di prelazione, argomento non trattato dalla sintesi che arriva da Bruxelles. Ancora una volta, Kompatscher cita testualmente: «Premettendo che questo governo — scrive la nota del ministero — ha sempre difeso e continuerà a promuovere e difendere in tutte le sedi l’istituto del project financing, che per come strutturato si poggia sulla prelazione. Nel correttivo al codice appalti pubblici abbiamo rivisto integralmente la procedura, garantendo più trasparenza, partecipazione e concorrenza. Stupisce che questa riforma sia stata approvata dalla stessa commissione nell’ambito del Pnrr e che ora, dopo questo esito positivo, sia minacciata una procedura di infrazione da un altro segmento della Commissione. In ogni caso, sempre il correttivo al codice dei contratti pubblici ha escluso esplicitamente la possibilità di ricorrere al project financing da parte dei concessionari uscenti. La lettera di messa in mora quindi non è destinata ad incidere sulle concessioni autostradali, perché la prospettiva del rinnovo a favore del concessionario uscente è stata esplicitamente esclusa dalla legge concorrenza e dal correttivo al codice appalti». Un passaggio è proprio sull’A22: «Quanto all’A22, questa è una procedura connotata da diversi elementi di specialità, che si fonda su norme antecedenti a quelle oggetto della lettera di messa in mora (che quindi non rileva direttamente per la prosecuzione della procedura avviata). Su queste norme attendiamo la pronuncia della Corte di giustizia che dovrà esprimersi a breve sulla prelazione nel Codice appalti ante correttivo».

Interpretazione ottimista
Kompatscher sembra sicuro: «Il ministero dice chiaramente di voler difendere la procedura della prelazione. E è intenzionato a continuare su questa strada. Ora le minoranza chiedono di fermare tutto, ma dovremmo invece dire tutti assieme di andare avanti, in ogni caso». Nel frattempo si deve aspettare «la reazione del ministero alla messa in mora, la sentenza della Corte di giustizia Ue, che doveva arrivare a novembre». Poi? «Potrebbe anche accadere che la sentenza non porti chiarimento definitivo, perché questi sono aspetti specifici. In questo caso — dice Kompatscher — chiederemo di proseguire, con la gara, prelazione inclusa. Anche perché — ricorda — abbiamo agito seguendo la legge, una legge che nessuno aveva impugnato, non l’Europa, con un bando su cui non c’è alcun ricorso».

Fermarsi? Imbarazzante
Kompatscher liquida l’ordine del giorno della minoranza come «imbarazzante». E spiega: «Nella prima versione si chiedeva al ministero di fermare la gara, perché il project financing è per voi una scelta sbagliata. Ma siamo a gara aperta, con il ministero che difende la prelazione. Come si fa a chiedere di annullare la gara?». Ma l’odg è stato emendato: «La nuova versione è imbarazzante. Chiedete di non fare la gara se non si può avere la prelazione ma andare avanti se si può ottenerla. Qual è il valore aggiunto?».

Sospesa fino a novembre
La gara in finanza di progetto per l’A22 è in realtà sospesa fino al 30 novembre in attesa della sentenza della Corte di giustizia europea su un caso analogo a Milano. Per ora non è fissata neanche l’udienza. Peraltro, lo stesso Kompatscher dice che una sentenza su un caso analogo non è decisiva per superare la norma italiana. A questo punto l’intreccio giuridico si è fatto complesso. La pressione dei territori, anche di Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, cioè delle altre regioni attraversate dall’A22, rimane forte per mantenere la gara attuale e arrivare agli investimenti miliardari previsti dal progetto di Autobrennero. Intanto in caso di gara si fa avanti anche l’A4 di Abertis-Benetton, per bocca del suo amministratore delegato Bruno Chiari.