La maxi operazione

mercoledì 8 Maggio, 2024

Banda della droga, il sollievo del quartiere dopo gli arresti: «Era proprio ora che li fermassero. Facevano paura»

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I racconti: «C’era sempre gente losca in giro dopo le 7 di sera e avevo timore ad andare in giro la sera»

«Noi li vediamo sempre, sono anni che continuano a venire qui. Sono in sette o otto. Si siedono, ordinano qualche caffè e poi a turno continuano ad uscire e rientrare, vanno lungo il Fersina. Non so cosa facciano, non ci fanno lavorare tranquilli però» racconta così Giorgia, barista del bar gelateria al Ponte. Il locale, in cima a corso 3 Novembre, sul Ponte dei Cavalleggeri, si trova nel centro nevralgico dello spaccio cittadino. Una zona centralissima, molto frequentata, di passaggio, vicino al liceo scientifico Galilei, che è diventata ormai da qualche tempo la zona preferita degli spacciatori per nascondere le sostanze stupefacenti. La super operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 38 persone ha fatto emergere una fitta rete di spaccio cittadino. Secondo le indagini che hanno portato al sequestro di 70 chili di droga, anche ingenti quantità di cocaina ed eroina, è emerso che le dosi che venivano smerciate fra i consumatori del capoluogo erano interrate lungo gli argini dei fiumi e all’interno dei parchi pubblici. I consumatori finali poi raccoglievano la droga conservata nei nascondigli. Prima però di questa grande operazioni i frequentatori dei parchi cittadini, come il parco Santa Chiara e il Parco Gocciadoro si erano già accorti che qualcosa di strano stava accadendo. «La situazione va avanti da anni -continua Giorgia, la barista del Ponte- Il tutto diventa più evidente d’estate quando questi clienti si siedono fuori apposta per controllare il giardinetto qui dietro, sulle sponde del Fersina, ma sono davvero sempre le solite persone che ora che ci penso è da un po’ che non si fanno vedere». Persone, come spiega il suo collega mentre prepara una coppa gelato «verso i quali abbiamo sempre nutrito dei sospetti». Nelle prime ore del giorno e al pomeriggio «non si fanno mai vedere». Anche al parco Santa Chiara, zona vicina al torrente Fersina, le cose non sembrano tranquille: «Passo spesso di qui per andare a casa -spiega la signora Anna- Non mi sento sempre sicura però, è capitato più volte di trovare delle persone che mi hanno spaventata. Magari sono lì in un angolo, fumano chissà che cosa e ti fissano con sospetto. Io guardo a terra e velocizzo il passo. Se le forze dell’ordine aumentano i controlli sono solo più felice». Ma è proprio lungo il Fersina che «gli avvistamenti sono i più frequenti». «Non mi stupisce che abbiano arrestato tutte quelle persone -racconta la commessa del panificio Sosi in via Rovereto- Io e la mia collega stiamo tranquille tutto il giorno, poi poco prima di chiudere attorno alle 19 cominciamo a vedere il via vai. Gente che va, gente che viene e qualche ubriaco, o forse altro, sulla panchina qui di fronte. Al momento della chiusura abbiamo sempre il pubblico qui di fuori che ci aspetta quando usciamo -continua- Non so cosa facciano lì appostati ma non mi piace, magari è solo una mia impressione, ma non sembra nulla di innocente». In pieno giorno attraversando i parchi cittadini, o camminando lungo il torrente Fersina, non si direbbe che lì «succede qualcosa di illegale», ma ascoltando le testimonianze di chi quei posti li frequenta tutti i giorni e ci lavora, forse le cose non sono come sembrano. Non solo i baristi e i gestori dei locali della zona però sono entrati in contatto con queste persone, anche i proprietari della fioreria Isola Verde si sono accorti di qualcosa: «Era ora che venissero arrestati, qui la situazione stava diventando fin troppo chiara -spiegano- Si vede sempre la solita gente, sia stranieri che tanti trentini. Lo sappiamo ormai chi è un consumatore e chi un venditore». Individui che «si passano delle cose, si siedono sulle panchine e fanno rumore fino a tardi, persone poco raccomandabili» è quello che dichiara unanime il vicinato.