La ricorrenza

domenica 28 Settembre, 2025

Auto mutuo aiuto, 300 nuove richieste all’anno. «Sempre più giovani in difficoltà. Ansia e disturbi alimentari in crescita»

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L’Associazione compie 30 anni: «Siamo partiti da obesità e fumo, ora crescono ansia, disturbi alimentari, dipendenze»

In occasione dei 30 anni dalla fondazione dell’Associazione Auto Mutuo Aiuto (Ama) di Trento, un convegno nazionale ha fatto il punto sulle iniziative di auto mutuo aiuto. «Un momento importante per condividere esperienze e celebrare i legami che nel corso degli anni si sono rafforzati grazie all’incontro e alla condivisione tra pari – afferma la direttrice Ama Miriam Vanzetta – Il nostro obiettivo è il miglioramento a lungo termine». Il convegno nella mattinata di ieri al Bonporti ha visto gli interventi di esperti come il professor Fabio Folgheraiter dell’Università Cattolica di Milano e la psicologa Giulia Tomasi, sono stati proposti incontri aperti a tutti, testimonianze e presentazioni delle sfide dell’auto mutuo aiuto, per poi proseguire nel pomeriggio a Sociologia con 14 workshop proposti da varie realtà di auto mutuo aiuto italiane. «Ci basiamo sul valore e sull’esperienza del racconto direttamente da chi li vive, portando il cuore, oltre la teoria dei nostri esperti» spiega Vanzetta.

 

Come si sono evoluti i bisogni delle persone negli ultimi anni, sono aumentate le richieste di aiuto?
«L’associazione Auto Mutuo Aiuto è partita con gruppi per contrastare il problema obesità e la dipendenza dal fumo, è nata dall’esempio del Club degli Alcolisti. Poi Ama ha iniziato a contattare anche famiglie e gruppi che chiedevano la possibilità di aprire un gruppo di aiuto. Negli ultimi anni i temi in crescita sono la gestione dell’ansia e degli attacchi di panico, disturbi alimentari e dipendenze come il gioco d’azzardo, questa dipendenza notiamo si sta espandendo. Le richieste sono aumentate anche tra i più giovani».

 

Non solo adulti ma anche molti ragazzi, che spazi proponete per i più giovani?
«Le richieste giovanili stanno aumentando parecchio. Abbiamo gruppi per aiuto a genitori di adolescenti di ragazzi con disabilità, Adhd (disturbo da deficit di attenzione e iperattività ndr), disturbi alimentari. Negli ultimi anni trattiamo inoltre il ritiro sociale – i cosiddetti hikikomori – di giovani che lasciano lo sport, gli amici, e a volte anche la scuola, e si isolano dai gruppi sociali. Adesso abbiamo 4 gruppi di auto mutuo aiuto sul tema, fino a pochi anni fa non se ne parlava. Ama storicamente lavora con gli adulti, adesso invece sono sempre più coinvolte persone giovani, con anche due gruppi sulla salute mentale delle persone 18-35 anni. Per questo dal 3 novembre al 6 dicembre abbiamo ideato un escape room sulla salute mentale: uno strumento adatto ai ragazzi, che sia un’esperienza ludica, ma anche di collaborazione, a cui segue una parte di riflessione con un educatore su temi della psicologia giovanile. Parallelamente avremo anche un festival a Trento proprio per parlare di salute mentale, con talk e laboratori, in modo da offrire linguaggi diversi per parlare ai giovani».

 

Sa quanto tempo lavora a Trento? Come è cresciuta l’associazione?
«Sono direttrice da 5 anni, lavoro ad Ama dal ’99, da quando ho fatto un tirocinio e mi sono appassionata a questi temi. Ho avuto la possibilità di vedere l’evoluzione dell’associazione. Ero interessata all’idea dei gruppi di sostegno, il valore del gruppo è un elemento potente di riflessione e cambiamento, adesso ho un ruolo più direttivo. L’associazione si è allargata con 16 dipendenti, nuovi assistenti sociali, psicologhe; accanto a questo ci sono tutti i soci che partecipano alle attività e ben 190 volontari con diversi ruoli, anche molto giovani che frequentano l’università, che aiutano altri ragazzi che richiedono un momento di ascolto».

 

La crescita negli ultimi anni è stata quindi sia nel tipo di servizi offerti, sia nelle persone coinvolte.
«Esattamente, noi ogni anno abbiamo circa 250-300 richieste nuove, il trend è costante, abbiamo visto un cambiamento nel target, adesso le richieste vanno da 18 agli 80 anni, non più solo adulti e anziani. Sicuramente c’è un bisogno di socializzazione maggiore, parallelamente abbiamo attivato anche degli spazi di incontro legati al fare gruppo, senza concentrarsi su un’attività specifica, oltre a tutti gli altri gruppi aiuto. Stiamo aiutando migliaia di persone. Il periodo del Covid non ci ha aiutato, i gruppi erano sempre online, ma la presenza è fondamentale. Dove però c’è una difficoltà, ad esempio persone con disabilità o difficoltà nel movimento, l’online ha permesso anche a loro di partecipare, e anche oggi abbiamo dei gruppi misti tenuti in presenza, ma con qualche collegamento da remoto per poter coinvolgere tutti, anche chi ad esempio si trova fuori Provincia. Post Covid la crescita è costante e con essa è aumentato anche il numero dei soci, che è passato da 200 a ora oltre 320, simbolo di come l’associazione sta riuscendo ad ampliarsi sempre di più a livello locale».