Il caso
sabato 4 Gennaio, 2025
Après ski, l’antropologo Annibale Salsa: «No alla “riminizzazione” della montagna, ci sono limiti»
di Daniele Benfanti e Stefano Marini
La consigliera Chiara Maule: «Inquinamento sonoro senza giustificazioni»
Non accennano a placarsi le polemiche riguardo al «Super G Après ski» di Madonna di Campiglio. Dopo i proprietari degli immobili situati nella piana di Nambino, pronti a intraprendere le vie legali contro quella che definiscono «una discoteca a cielo aperto», sulla questione si aprono nuovi fronti. Sul piano politico è partita all’attacco la consigliera di Campobase Chiara Maule, la quale ha depositato un’interrogazione provinciale molto critica nei confronti dell’opera campigliana.
Per la consigliera provinciale Chiara Maule la vicenda del «Super G Après ski» presenta parecchie criticità. In primo luogo la pace violata: «Nambino – scrive l’esponente di Campobase – è una località relativamente tranquilla, immersa nella natura montana, dove il silenzio e la pace dovrebbero essere i protagonisti. Proprio in questo contesto opera l’Associazione Nambino che si occupa di accogliere famiglie e bambini con malattie oncologiche in un contesto protetto e terapeutico, in cui è possibile godere di attività ricreative e terapeutiche, spesso a stretto contatto con la natura e la montagna, che hanno effetti benefici sul recupero psicologico. Il Super G Après ski è un luogo di ritrovo in cui fare festa – direi baldoria – dopo una giornata sulle piste; un’ulteriore dose di divertimento con musica a tutto volume e fiumi di alcol. L’antitesi insomma dell’esperienza in montagna, rifugio dalla frenesia urbana, in cui il silenzio dovrebbe essere perfino terapeutico. Il caos dell’après-ski invece fa sì che anche chi non partecipa alle feste venga esposto a livelli di disturbo sonoro che rovinano l’esperienza di vacanza».
Dopo aver ricordato che il frastuono del «Super G Après ski» potrebbe avere effetti nocivi anche sulla fauna e sull’ecosistema, Maule punta il dito contro quello che a suo avviso è stato un progetto erroneo a partire dalle basi, nel concepire un’opera che sacrifica tutto, ambiente, quiete e salubrità, al “turismo intensivo” (monoculturale) che persegue il profitto.
A fronte delle iniziative e prese di posizione politiche, sulla questione Après Ski Super G stanno prendendo posizione sempre più esponenti del mondo della cultura della montagna.
Annibale Salsa, già presidente del Cai e antropologo, ha casa a Carisolo, quindi conosce bene le montagne dell’Alta Rendena: «Non sono passatista e non rifuggo la modernità: ma in montagna esistono dei limiti. Al volume, ai decibel, agli eccessi. Non possiamo permettere la riminizzazione della montagna. Qui mi pare che i limiti si siano superati, eccome. Non si parli a sproposito di mondanità, perché Camnpiglio è mondana fin dall’ottocento, senza questi eccessi di luci e rumore. Cito sempre le otto perle del turismo montano svizzero, dove si arriva solo in treno o con mezzi pubblici. Ecco, lì anche le auto sono bandite, non solo il chiasso caciarone. Eppure direi che Zermatt è decisamente mondana, anche molto più di Campiglio…». Salsa, insomma, richiama al buon senso: «Se accadono episodi come la situazione di Nambino, significa che bisogna legiferare di più su decibel, orari».
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