Trento
mercoledì 17 Dicembre, 2025
Al carcere di Spini ha aperto la stanza dell’affettività. Qui i detenuti potranno incontrari i propri compagni e le proprie compagne
di Redazione
Lucia Fronza Crepaz: «Così diamo valore ai legami familiari. Ci sarà un letto matrimoniale»
Alla Casa circondariale di Trento apre la stanza dell’affettività. Uno spazio dedicato ai colloqui intimi tra le persone detenute e i loto partner, realizzato dall’amministrazione penitenziaria con il sostegno della Conferenza e sostenuto dalla Conferenza regionale volontariato giustizia Trentino Alto Adige Sudtirol. Il progetto è stato promosso e accompagnato dalla direzione dell’istituto, guidata da Annarita Nuzzaci, che ha seguito l’intero percorso fino alla sua concretizzazione: rendendo possibile la traduzione operativa di un importante principio di diritto. Un progetto che nasce in risposta alla sentenza n. 10/2024 della Corte Costituzionale, che riconosce il diritto all’affettività come parte fondamentale della dignità delle persone detenute, compatibilmente con le esigenze di sicurezza e ordine.
Il contributo
La stanza, ora completa e agibile, è destinata agli incontri con il coniuge, il convivente o il partner dell’unione civile. La stanza, ora completa e agibile, è destinata agli incontri con il coniuge, il convivente more uxorio o il partner dell’unione civile, nel rispetto delle esigenze di sicurezza e ordine dell’istituto. La Conferenza regionale volontariato giustizia Trentino Alto Adige Südtirol ha contribuito in modo concreto all’allestimento, fornendo il letto matrimoniale con materassi e cuscini nuovi grazie al sostegno dell’azienda Patiflex. Gli altri arredi sono stati messi a disposizione dall’amministrazione penitenziaria.
Al centro, la famiglia
Accanto allo spazio per le coppie, l’associazione ha destinato materiale anche ai bambini, che verrà collocato nello spazio bimbi dell’area verde del carcere, utilizzato nei mesi estivi per i colloqui tra genitori detenuti e figli piccoli. Un ampliamento dell’intervento che rafforza l’attenzione alle relazioni familiari, non solo di coppia ma anche genitoriali. «Oggi sono davvero felice: la stanza degli affetti è completa», afferma la presidente Lucia Fronza Crepaz. «Solo pochi mesi fa qualcuno ci prendeva in giro quando ne parlavamo— continua— La direttrice ha saputo cogliere lo spirito della sentenza e metterlo in pratica. Insieme ce l’abbiamo fatta». Un progetto ambizioso nato da una forte convinzione comune. L’iniziativa rafforza la collaborazione tra amministrazione penitenziaria e volontariato e si inserisce nel percorso di umanizzazione del carcere, nel solco della funzione rieducativa della pena prevista dalla Costituzione.
La raccolta fondi
Prosegue intanto la campagna di raccolta fondi per la biblioteca del carcere. Infatti, fino al 7 gennaio sarà possibile donare sul sito Ideaginger.it e contribuire all’acquisto di 500 testi e dvd. L’iniziativa è promossa nell’ambito del progetto Liberi da dentro e finanziata anche grazie al bando «Cultura e sport per il sociale 2025» della Fondazione Caritro con il sostegno di Sparkasse per il Crowdfunding, hanno aderito più di sessanta biblioteche su tutto il territorio provinciale e venti librerie.