Il lutto
mercoledì 17 Dicembre, 2025
Addio all’architetto Leo Salvotti: suoi alcuni degli edifici più visionari di Trento
di Redazione
Il sindaco Ianeselli: «Mente originale e creativa». Il funerale sabato alle 11 a Sant'Apollinare
È morto all’età di 94 anni, l’architetto Giovanni Leo Salvotti de Bindis: è stato protagonista oltre mezzo secolo di trasformazioni urbane, culturali e sociali del capoluogo trentino.
Appartenente a una famiglia di antiche origini nobiliari, legata a personalità come il podestà Paolo Oss Mazzurana e il medico-poeta Scipio Salvotti, viveva nella storica villa di famiglia allo sbocco della Gardesana.
Tante le opere legate al suo nome in città. Tra queste spicca il complesso della Facoltà di Ingegneria di Mesiano, progettato negli anni Ottanta insieme a Rizzi, Manara e all’ingegnere Odorizzi. L’edificio, austero, era nato inizialmente come struttura militare austroungarico e successivamente trasformato in sanatorio, l’intervento ha dato vita a una struttura dalla forma iconica, divenuta nel tempo uno dei riferimenti visivi dello skyline urbano. Altro progetto che ha animato il dibattito cittadino è la cosiddetta Nave, lungo la strada per Meano, più volte al centro di discussioni sul suo futuro.
Dopo il liceo a Trento, Salvotti si iscrisse ad Architettura a Trento, dove si laureò nel 1956 con Adalberto Libera come relatore. Dopo un periodo di lavoro a Roma proprio accanto a Libera, rientrò a Trento, affiancando all’attività professionale l’insegnamento negli istituti tecnici.
Suoi gli edifici ispirati a Mies van der Rohe in corso 3 Novembre e in via Milano, ai complessi residenziali di via Grazioli, via Torre Verde, corso Buonarroti e della Bolghera, la Nave di Meano fino al complesso dei “Funghi” a Mazzin di Fassa.
Salvotti ebbe anche un ruolo centrale nella vita istituzionale e culturale. Fu presidente dell’Ordine degli Architetti per quasi vent’anni, fondò la sezione trentina dell’Inarch e, negli anni Novanta, entrò nel Consiglio scientifico del Mart.
«Con la scomparsa dell’architetto Leo Salvotti la città perde una delle sue menti più visionarie, originali e creative, una voce riconoscibile e spesso anche critica che ha dato un contributo importante alla crescita della città – il commento del sindaco Franco Ianeselli – avevava un’idea originale della città: ricordo di aver letto che la vedeva come un teatro naturale, con la collina a fare da gradinata e il palcoscenico che si distende verso il fiume. Ecco, solo un artista come lui poteva avere questo colpo d’occhio capace restituire un’immagine così efficace. Lo ricordiamo anche per la creatività che lo spingeva a sperimentare mantenendo sempre però una sorta di misura classica. Di sicuro Salvotti teneva in gran conto le città, che secondo lui dovevano essere una manifestazione di senso e insieme della bellezza».
I funerali dell’architetto Salvotti si terranno sabato 20 dicembre alle 11 nella chiesa di Sant’Apollinare.