Il lutto

sabato 25 Ottobre, 2025

A Pergine l’ultimo addio a Michele Beber: «Cuoco gentile, ci mancherai»

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Il commosso ricordo della compagna Gianna: «Con lui era bello anche litigare»

«Con lui tutto era bello, anche bisticciare». Gianna, la compagna di Michele Beber (cuoco e docente perginese scomparso improvvisamente venerdì) ha voluto ricordare con queste parole cariche di affetto l’uomo con cui ha condiviso molti anni felici. E proprio amore, solidarietà e attenzione sono solo tre degli ingredienti della ricetta della vita di Michele. Amore per la compagna Gianna e la famiglia, solidarietà per una vita spesa a supportare il prossimo ed infine l’attenzione, quella che mostrava nei riguardi dei suoi giovani allievi cuochi del ristorante didattico «Sensi», a Roncegno, gestito dall’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Levico Terme.

Ingredienti che si sono tutti riuniti, proprio come nella sua cucina, nel pomeriggio di ieri quando è stato il momento di salutare «Laiter» – così l’uomo era soprannominato – per l’ultima volta presso la chiesa parrocchiale di Pergine. A celebrare il rito don Mario Tomaselli, che davanti alla folla esprime un pensiero sul dolore collettivo, mentre la compagna di Michele, Carla, non riesce a distogliere gli occhi dalla bara per gran parte della dolorosa funzione.
L’uomo proveniva da una famiglia strettamente legata al Corpo dei Vigili del fuoco di cui suo nonno e suo padre avevano fatto parte prima di lui e nonostante non fosse più un membro operativo, ancora oggi manteneva un forte legame con esso aiutando in occasione di eventi speciali; non solo, la sensibilità di Michele lo aveva portato ad aiutare in più occasioni degli animali in difficoltà prendendosene cura e carico in prima persona.

«Con lui tutto era bello, anche bisticciare. Era un uomo senza peli sulla lingua, una persona molto semplice. Lui era così. Gioviamo dell’adozione di un cane cieco o malato oppure di raccogliere le ciliegie in campagna piuttosto di andare a funghi o di andare a pesca in barca», racconta la compagna Gianna che con Michele ha convissuto per 20 anni. Una vita, insomma, fatta di piccole gioie quotidiane che regalavano frizzantezza alla giornata e di cui faceva parte anche il lavoro. «Il suo lavoro, la sua scuola, i suoi studenti… – continua emozionata la compagna raccontando il rapporto che aveva con loro -. Lui adorava i suoi studenti. Voleva che capissero l’amore per la cucina perché è una cosa che doveva nascerli dalla passione, dal cuore. Odiava la burocrazia.Ha mantenuto rapporti meravigliosi con alcuni suoi studenti e con l’ex dirigente Federico Samaden, con il quale ha avuto anche dei conflitti ma sempre nel rispetto reciproco». Un’esistenza che andava oltre l’individualismo, dunque, e che ha abbracciato diversi ambienti raggiungendo l’intera comunità della Valsugana e che si è trasformata in affetto verso la famiglia, che a fine giornata confessa la sorpresa nel vedere tante facce sconosciute e forse inconsapevole fino in fondo di quanto Michele fosse benvoluto da tutti.
«Per Michele proviamo tanto affetto. Era uno che si prestava tanto e se c’era di bisogno dava sempre una mano. Era un pilastro per noi, specialmente durante la “Festa dei Ovi” quando grazie al suo lavoro da chef, ci ha aiutati molto a crescere», le parole di un volontario dei Vvf di Pergine che parla a nome dell’intero corpo presente al funerale.