Il caso
sabato 27 Dicembre, 2025
Cos’è la maschera ipossica che indossava Sivert Bakken la notte in cui è morto. Il dispositivo si trova online a partire da 40 euro
di Redazione
Il biatleta norvegese di 27 anni è stato trovato senza vita a Passo Lavazé, in Trentino, durante un ritiro pre‑olimpico. Indossava una maschera per simulare l’alta quota, uno strumento controverso e sempre più diffuso tra atleti e amatori
Sivert Guttorm Bakken, biatleta norvegese di 27 anni tra i più promettenti della sua generazione, è stato trovato morto nella notte del 22 dicembre 2025 nella sua stanza d’albergo all’Albergo Dolomiti di Passo Lavazé, in provincia di Trento, dove si trovava con la squadra durante un ritiro in vista delle Olimpiadi invernali Milano‑Cortina 2026.
L’atleta, campione europeo nella sprint di 10 km e vincitore di una gara individuale di Coppa del Mondo, era tornato in attività dopo una lunga pausa dovuta a una pericardite che lo aveva costretto allo stop per quasi due anni.
Al momento del ritrovamento, Bakken indossava una maschera ipossica, un dispositivo concepito per simulare condizioni di alta quota riducendo la quantità di ossigeno inspirato.
Cos’è la maschera ipossica
La maschera ipossica — nota anche come Elevation Training Mask (ETM) o “maschera per l’allenamento in quota” — è un accessorio utilizzato da alcuni atleti per ridurre l’apporto di ossigeno e simulare così l’allenamento ad alta quota, con l’obiettivo (secondo chi la produce) di migliorare capacità respiratoria e resistenza.
Il funzionamento si basa su un sistema di filtri e valvole che limitano l’ossigeno disponibile, talvolta fino a 6‑10 volte in meno rispetto all’aria normale. L’effetto, secondo alcuni estimatori, è un allenamento più intenso dei muscoli respiratori e del sistema cardiovascolare, ma gli studi scientifici sull’efficacia di questo strumento restano contraddittori e cauti.
Quanto costa e come si usa
Dispositivi come l’ETM sono facilmente reperibili sul mercato e non costano somme elevate: modelli base si trovano a partire da circa 40 euro su piattaforme di e‑commerce e negozi online, sebbene esistano varianti più avanzate con prezzi superiori.
La maschera è progettata per usi diversi: può servire come strumento di simulazione dell’alta quota durante l’allenamento o per un presunto “acclimatamento” prima di gare in montagna. Tuttavia, va usata con cautela, perché ridurre artificialmente l’ossigeno può aumentare il carico sul cuore e sui polmoni, e può essere rischioso, soprattutto per chi ha una storia clinica particolare.
La morte di Bakken e l’incertezza sulle cause
Al momento non è chiaro che ruolo — se del tutto passivo o invece critico — la maschera ipossica possa aver avuto nella morte di Bakken. Le autorità italiane e i medici legali stanno ancora effettuando l’autopsia a Trento, che dovrebbe fornire maggiori dettagli.
La Federazione norvegese di biathlon ha sottolineato che non sono oggi disponibili informazioni complete sull’acquisto o sull’uso della maschera da parte dell’atleta e che non fa parte dei programmi ufficiali di allenamento della squadra nazionale.
Secondo il legale incaricato dalla famiglia, non ci sono elementi per ipotizzare illeciti in relazione alla morte del campione norvegese, e ogni ulteriore commento è rimandato all’esito dei referti autoptici e delle indagini italiane.
L’episodio ha riacceso il dibattito sull’uso di maschere ipossiche e strumenti simili, diffusi non solo tra professionisti ma anche tra appassionati di sport, e solleva interrogativi su sicurezza e regolamentazione di tecniche di allenamento che giocano con i livelli di ossigeno nel corpo umano.