Il discorso

giovedì 25 Dicembre, 2025

L’omelia di Natale del vescovo Tisi: «Gesù cambia la storia con la legge dell’amore»

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Don Lauro cita Roberto Benigni durante la cerimonia in Duomo e lancia un nuovo appello alla pace: «Guerra e violenza non vincono mai, perdono sempre»

«Cesare Augusto, per “poter contare”, si mette “a contare il popolo”, a uno a uno. Gesù, che “non ha posto nell’alloggio”, si fa bastare una mangiatoia. Il primo, incredibilmente, finisce nei libri di storia; il secondo, come ci ha ricordato Roberto Benigni pochi giorni fa, ha spaccato in due la Storia, ha portato una legge nuova: la legge dell’amore. Gesù l’amore lo fonda, lo inventa». Con queste parole e una citazione all’attore toscano Don Lauro Tisi, vescovo di Trento, ha aperto la sua omelia durante la cerimonia nella cattedrale del Duomo del 25 dicembre.

Soffermandosi sul simbolo della tenda, dimora di un Dio «senza casa, migrante, in fuga», il vescovo ha dichiarato che «Amare è correre il rischio di non avere casa, perché scegli di avere come dimora il volto dell’altro, avvicinato con l’intento di lasciarlo essere diverso da te, disponibile ad accoglierlo nella sua novità e addirittura ad accettarne il rifiuto. Questo è l’amore libero e non tossico, che non uccide ma fa vivere». Una visione anche per rilanciare con più convinzione e ribadire l’appello alla pace in tutto il mondo: «Amare è la disponibilità ad essere tenacemente resilienti nel rifiuto della violenza come soluzione ai problemi, quando quest’ultima infuria e offre l’illusione di essere vincente – prosegue Tisi – Guerra e violenza non vincono mai: perdono sempre. Il loro salario è disperazione, solitudine e morte».

L’invito e l’augurio di Don Lauro è quello rivolto nel 1995 dal cardinal Martini alla diocesi di Milano, ovvero «ripartire da Dio misurandosi su Gesù Cristo e ispirandosi continuamente alla sua Parola. Entriamo con i pastori nella grotta di Betlemme; deponiamo la suggestione di pensarci senza gli altri; lasciamo cadere l’illusione che, nella misura in cui ingrandiamo il nostro ego, diventiamo forti. Nelle fattezze del Bambino di Betlemme scopriamo la bellezza di un Dio che offre una via nuova e inedita per arrivare alla gioia: ritrarsi per dare campo all’altro. Questa operazione, anziché toglierti vita, libera energie, genera futuro, spaccando il guscio mortale della solitudine. Buon Natale a tutti».