Alto Garda
mercoledì 24 Dicembre, 2025
Tenno, tornano a casa le ceneri di Mikele Corradi, morto in ottobre in Colombia: gara di solidarietà per pagare il trasporto aereo
di Leonardo Omezzolli
La sorella Elisa: «Ora, pur nel lutto, possiamo mettere un punto a questa triste vicenda e finalmente potremmo elaborare quello che ci è successo»
Dopo due lunghi, angoscianti e complessi mesi le ceneri di Mikele Corradi, l’uomo di 46 anni morto a fine ottobre a seguito delle complicanze insorte dopo un malore che lo aveva colpito mentre si trovava a Santa Marta in Colombia dove viveva da circa quattro anni con la sua compagna, sono finalmente tornate a Tenno, a Gavazzo dove lui era nato e cresciuto. Mesi intensi di chiamate, mail, colloqui tra ambasciate, Comune di Tenno, imprese di pompe funebri colombiane e italiane senza che questo producesse una reale soluzione. Solo la solidarietà umana è riuscita laddove la burocrazia internazionale si è arenata: le ceneri di Corradi sono potute tornare in Italia grazie a un signore colombiano appartenente all’associazione colombiana di Trento Orquidea che le ha prelevate personalmente per poi portarle a Milano con il volo che lo ha riportato in Italia dopo un soggiorno all’estero. Papà Franco, la mamma Rossella e la sorella Elisa potranno piangere il proprio figlio e fratello dando loro un Natale sì triste, ma allo stesso tempo pacificatore di tutti quei tormenti vissuti in notti insonni senza la certezza che Mikele potesse tornare nella sua casa natale.
«In questi due mesi è stato un disastro – ha raccontato la sorella Elisa – Dobbiamo ringraziare il sindaco di Tenno e tutti quelli che ci hanno sostenuto a partire dalla signora Rosita dell’associazione culturale colombiana Orquidea che ha trovato un signore che ha accettato di prelevare le ceneri e di portarle a Milano tornando da un viaggio che stava facendo». Elisa racconta le ore frenetiche e le notti insonni passate a tarde ore al telefono per cercare di comunicare con le ambasciate per capire come sbloccare una situazione che ha tenuto il corpo di suo fratello prigioniero nelle mani di un’impresa di pompe funebri non regolamentare. Un fatto che nella drammaticità ha complicato ulteriormente le burocrazie costringendo i famigliari a nuove procedure rivivendo continuamente un incubo che sembrava non avere mai fine. «Quando si è sentito male e lo hanno portato in clinica in Colombia non avevamo i passaporti e abbiamo avviato subito la procedura per farli, ma quando ci sono arrivati – racconta sofferente Elisa – ci ha travolto la notizia della sua morte. Purtroppo non siamo riusciti a stargli vicino in quei giorni». Tanti gli inghippi e molte le difficoltà anche economiche dovute a poco chiare pratiche di gestione che le pompe funebri colombiane hanno attuato ai danni dei famigliari di Corradi che dall’Italia erano impossibilitati a controllare i passaggi formali e reali della complessa burocrazia. «Ora – ammette Elisa – pur nel lutto possiamo mettere un punto a questa triste vicenda e finalmente potremmo elaborare quello che ci è successo».
«Dobbiamo ringraziare chi ci ha dato una grande mano – rimarca il sindaco di Tenno Giuliano Marocchi -. Decine di mail mandate e molta tensione in questi due mesi. Un grazie a Orquidea che ci ha supportato negli ultimi ma risolutivi passaggi». Le ceneri sono atterrate a Milano poco prima della mezzanotte tra domenica e lunedì. L’ultimo saluto a Mikele è fissato per lunedì 29 dicembre alle ore 15 nella chiesa di Cologna di Tenno. «Mikele – lo ricorda la sorella Elisa – è riuscito a fare la vita che ha sempre voluto. Ci mancherà».
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