Sanità
martedì 23 Dicembre, 2025
Dal primo gennaio Apss diventerà Asuit. L’appalto dell’ospedale? Entro giugno
di Tommaso Di Giannantonio
Presentato anche il nuovo logo dei servizi sanitari
Addio all’«Apss». Dal 1° gennaio l’Azienda sanitaria avrà un nuovo nome e un nuovo logo: si chiamerà «Asuit», Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino. Per i cittadini – a parte la trasformazione della sigla e della sua identità visiva – non cambierà nulla: i servizi rimarranno gli stessi. Sarà rafforzata, però, l’integrazione fra assistenza sanitaria, didattica e ricerca attraverso una collaborazione strutturata con l’Università di Trento. E uno dei tasselli fondamentali di questa integrazione sarà la realizzazione del nuovo ospedale di Trento, o meglio del Polo ospedaliero e universitario.
«Il percorso del nuovo ospedale sta andando avanti e l’obiettivo è quello di completare il progetto di fattibilità economica entro fine gennaio — ha spiegato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, nella conferenza stampa di presentazione dell’Asuit — Poi a febbraio ci sarà l’udienza di merito del Consiglio di stato…». I giudici amministrativi dovranno pronunciarsi sul ricorso presentato dalla cordata di società arrivata seconda nella gara d’appalto per la progettazione dell’ospedale in via al Desert. «Noi siamo fiduciosi che il percorso intrapreso non possa essere ostacolato dalla giustizia amministrativa. Se non ci saranno intoppi, l’obiettivo è quello di andare in appalto integrato (progettazione esecutiva ed esecuzione) nei primi sei mesi del 2026». L’appalto prevederà anche la realizzazione della sede della Scuola di Medicina vicino all’ospedale. «La nuova cittadella della salute sarà un elemento di forte attrattività per i giovani professionisti sanitari», ha concluso Fugatti.
La relazione più stretta con l’università si rifletterà anche nel nuovo logo tramite un rimodellamento dei tre simboli presenti negli stemmi dell’Azienda sanitaria, della Provincia e dell’ateneo: l’aquila («che protegge»), il fuoco («che innova») e il sole («che scalda»). I tre elementi saranno fusi, nel logo, in una croce, «simbolo universale della sanità che ci unisce nella cura», è stato spiegato. Il marchio prenderà anche il colore bordeaux dell’Azienda sanitaria e della Provincia e quello rosso dell’università.
«Il passaggio ad Asuit — ha sottolineato il direttore generale dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro — rappresenta un’evoluzione importante per la sanità trentina: un modello che è un unicum sul territorio nazionale e che ha nel proprio Dna l’integrazione tra assistenza sanitaria, formazione e ricerca. Al centro di questa organizzazione — ha aggiunto — ci sono prima di tutto le donne e gli uomini che ogni giorno lavorano nei nostri servizi». A tal proposito, nel 2025 «registriamo un dato significativo e in controtendenza rispetto alla situazione nazionale: a fronte di 501 cessazioni, sono state effettuate 715 assunzioni, con un saldo positivo di 214 unità. In particolare, si registra un saldo positivo di 56 medici e 163 unità di altro personale, mentre per il comparto infermieristico il dato è stabile, con un saldo negativo di 5 figure». Rimane, dunque, il tasto dolente degli infermieri.
Fra i medici, invece, ci sono già 23 profili universitari. A livello organizzativo, con l’Asuit, ci saranno alcune novità che ricalcheranno il ruolo centrale e coordinato della ricerca sanitaria. Nascerà un comitato di indirizzo (composto dal presidente della Scuola di Medicina e quattro componenti esterni) per il raccordo fra attività assistenziali, didattiche e scientifiche. Nel 2026 sarà nominato anche un responsabile scientifico. E accanto ai dipartimenti assistenziali, l’Asuit prevede entro novembre la costituzione di Dipartimenti ad attività integrata (Dai), pensati per favorire il collegamento diretto fra cura, insegnamento e ricerca.
«Con la nuova Asuit non vogliamo creare solo una struttura, ma un modo di “fare insieme”. Il 1° gennaio sarà un inizio, ma non partiamo da zero — ha evidenziato il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian — Il successo della Scuola di Medicina dipende però dalla nostra capacità di coinvolgere tutto il personale medico, infermieristico e sanitario in un progetto comune insieme al corpo accademico. La sfida dei prossimi anni è tradurre questa sinergia in cure migliori e servizi d’eccellenza per tutti i cittadini». Entro tre anni, inoltre, dovrebbe terminare la collaborazione con l’Università di Verona su Medicina.
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