La polemica

lunedì 22 Dicembre, 2025

Caro Babbo Natale, vorrei che i «bambini del bosco tornassero a casa». La letterina del consigliere Daniele Demattè mette nel mirino anche i «semafori mangiasoldi» di via Brennero

di

Per l'esponente di Fratelli d'Italia lo Stato «deve fare un passo indietro» per evitate ingerenze nella vita familiare

«Caro Babbo Natale». Una letterina  atipica quella firmata dal consigliere comunale di Trento Daniele Demattè  (Fratelli d’Italia),  che, a pochi giorni dalle feste ha scelto così questo espediente retorico per alzare l’attenzione su due temi: la tutela della famiglia (inclusi i cosidetti «bambini del bosco») e i semafori «mangiasoldi» di via Brennero. Non manca un attacco al sindaco di Trento Franco Ianeselli, definito «sindacalista della sinistra».

Nel primo passaggio Demattè richiama l’attenzione sulla condizione dei minori e sul ruolo della famiglia. Il consigliere chiede che «i bambini del bosco e tutti i bambini vittime di un business che ruota attorno agli allontanamenti possano tornare a casa», rivendicando una visione della famiglia come «presidio culturale, luogo educativo imprescindibile e primo spazio di crescita e tutela». Nella lettera si sollecita inoltre un ripensamento del ruolo dello Stato, invitato a «fare un passo indietro» rispetto a quella che viene definita un’ingerenza sempre più «invasiva, burocratica e spesso disumana» nella vita familiare. Demattè sottolinea anche come il tema sia stato, a suo avviso, clamorosamente assente persino negli auguri istituzionali del sindaco, una mancanza che dichiara di non poter accettare.

La seconda parte della lettera è dedicata i i semafori di via Brennero, definiti dal consigliere «mangiasoldi». Demattè chiede al Comune di Trento l’introduzione di indicatori del tempo residuo ai semafori, ritenuti uno strumento semplice ma fondamentale per la sicurezza e la trasparenza. Secondo quanto scritto, l’attuale sistema farebbe scattare il rosso in pochi secondi, rendendo spesso impossibile fermarsi in sicurezza e causando multe difficilmente contestabili. «Un indicatore di tempo – scrive Demattè – aiuta l’automobilista, rende chiara la dinamica e permette di valutare correttamente se il passaggio è avvenuto con il rosso». Senza questi strumenti, conclude il consigliere, «non è sicurezza stradale, ma fiscalità mascherata».