Sanità
lunedì 22 Dicembre, 2025
Ferie che saltano e turni da 12 ore, il duro Natale degli infermieri dell’ospedale di Borgo Valsugana: «La situazione ha superato il limite della sostenibiltà»
di Redazione
Coinvolto anche il servizio psichiatrico: «Chiesti rinforzi alla Provincia»
È il sindacato Nursing Up a lanciare nuovamente l’allarme sulla situazione del presidio ospedaliero di Borgo, denunciando una condizione di grave emergenza che coinvolge il personale infermieristico. A rivolgersi al sindacato sono stati ancora una volta gli operatori sanitari, sempre più in difficoltà nel garantire livelli assistenziali adeguati in un contesto che viene definito «critico e complesso».
Secondo quanto riferisce Nursing Up gli infermieri continuano a svolgere il proprio lavoro con dedizione e professionalità, ma si trovano a operare in condizioni sempre più pesanti: ferie non godute, mancato recupero psicofisico e turni prolungati fino a 12 ore consecutive, imposti dalle direzioni, sono ormai diventati una costante in reparti come Medicina e Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc). A tutto questo si aggiunge un Pronto soccorso costantemente sovraccarico.
«Nei mesi scorsi – afferma il segretario del sindacato Cesare Hoffer – anche la fruizione delle ferie è avvenuta con grande difficoltà, generando forti ripercussioni sull’equilibrio tra vita lavorativa e familiare. Alla già nota carenza strutturale di personale infermieristico, si sono sommati ulteriori fattori di criticità: assenze per vari motivi e un numero crescente di pensionamenti, che stanno ulteriormente impoverendo gli organici»
Per Nursing Up la situazione ha ormai superato il limite della sostenibilità. Il personale sanitario opera in condizioni di elevato stress lavoro-correlato e le dotazioni attuali non consentono più di garantire in modo ottimale né la sicurezza degli operatori né standard adeguati di qualità e sicurezza delle cure per i pazienti.
Il sindacato ricorda di aver già segnalato più volte, nel corso dell’ultimo anno, la carenza di personale all’Apss, attraverso numerose comunicazioni formali, senza però ottenere risposte risolutive. Ora la richiesta è chiara: un intervento urgente da parte dell’Azienda sanitaria e dell’Assessorato provinciale alla salute, con l’assegnazione rapida di un numero adeguato di infermieri e operatori di supporto, oltre a una rimodulazione delle attività sulla base delle risorse effettivamente disponibili.
Nei giorni scorsi era stato il consigliere provinciale Claudio Cia (Forza Italia) a denunciare la situazione: «Gli infermieri – le sue parole – devono fare spesso i conti portati a 12 ore per più giorni consecutivi, di coperture garantite “in emergenza” senza personale aggiuntivo, di riposi compensativi sacrificati e perfino di ferie maturate non godute (in alcuni casi oltre 40 giorni). In giornate critiche, con l’assenza della caposala e senza un facente funzioni individuato, gli stessi infermieri in turno si trovano a chiamare colleghi per tappare i buchi, sottraendo tempo all’assistenza diretta ai pazienti- A tutto questo si sommano attività aggiuntive che ricadono sistematicamente sull’équipe: farmacia e magazzino, ordinazione di farmaci nominali, inventari, pratiche e compiti riconducibili ad altre figure professionali e non al lavoro assistenziale. Proprio l’assenza prolungata di un coordinatore di percorso, riferiscono gli operatori, può tradursi in dimissioni difficili non governate, ricoveri eccessivamente lunghi – anche oltre il mese – e minore supporto ai caregiver, con ulteriore aggravio sul reparto».
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