A processo
sabato 13 Dicembre, 2025
Molesta una dodicenne al parco durante il Covid, lei racconta tutto in tribunale: «Mi ha toccato e mi ha chiesto foto di me nuda, non l’ho assecondato»
di Benedetta Centin
L'uomo, all'epoca 26 anni, dovrà difendersi davanti ai giudici
In tempo di covid, a fine 2021, un 26enne aveva approcciato una ragazzina di 12 anni in un parco pubblico di Trento, lì dove la minore era solita portare il suo cagnolino. L’uomo aveva carpito la sua fiducia raccontandole che era amico della sorella ed era riuscito anche ad ottenere il numero di cellulare della ragazzina a cui avrebbe fatto intendere presto le sue reali intenzioni. Nei tre incontri che c’era stati l’aveva baciata e aveva allungato le mani su di lei, toccandole il lato b.
Secondo l’accusa l’aveva anche tempestata di messaggi in cui le chiedeva in modo esplicito delle prestazioni sessuali e di inoltrarle delle sue foto osé, scatti senza veli. Almeno queste sono le contestazioni che la Procura di Trento muove all’uomo, già con precedenti, uno dei quali specifico, finito a processo per rispondere delle ipotesi di atti sessuali con minore e di adescamento di minorenne aggravato (ad assisterlo l’avvocato Giovanni Rambaldi). Nel corso dell’udienza di giovedì davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Rocco Valeggia, la giovanissima, oggi di 16 anni, ha raccontato di quei tre incontri al parco, riferendone in modo lucido e puntuale, spiegando di non aver assecondato le richieste scabrose di quell’adulto inoltrate via messaggio.
A scongiurare il rischio che l’uomo potesse spingersi oltre al tempo era stato il provvidenziale intervento dei carabinieri che avevano notato l’adulto con la minore assieme al parco. Ad insospettirli l’atteggiamento del 26enne e il divario d’età con la piccola. Portata in caserma, l’allora dodicenne aveva riferito del bacio e dei toccamenti subiti, delle raccapriccianti pretese di lui. Il quale aveva anche mentito ai militari: aveva infatti raccontato di essere amico dei genitori di quella ragazzina, oltre che della sorella, peccato che mamma e papà non sapessero chi fosse il 26enne. A suo carico ci sono accuse pesanti da cui potrà difendersi in aula.