Sanità

mercoledì 10 Dicembre, 2025

Dall’eccellenza nei parti ai risultati sulla traumatologia: il nuovo rapporto Agenas premia il Santa Chiara e Cavalese

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Il rapporto tuttavia evidenzia criticità nell’accesso ai pronto soccorso e su urgenze cardiache

Trento risulta tra le strutture «d’eccellenza» per quanto riguarda il delicato momento della gravidanza e del parto. La stessa attestazione arriva per l’area di intervento «osteomuscolare», ossia la traumatologia, l’ortopedia e la riabilitazione, per cui viene promosso a pieni voti anche l’ospedale di Cavalese. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali, relativo al programma nazionale esiti, con cui, da oltre dieci anni, si raccolgono tutti i dati, specialità per specialità, degli ospedali italiani e della rete di assistenza sanitaria. Un’indagine complessa, che non si ferma mai: sono oltre 200 gli indicatori presi in considerazione, moltiplicati per tutti i presidi ospedalieri italiani. Ne emerge una fotografia generale (vedi articolo a pagina 7) della presa in carico dei pazienti, utile soprattutto a capire a che punto si è con le buone pratiche che fanno la differenza sulla sopravvivenza dei pazienti, o comunque sulla loro qualità della vita, a seguito di un grave problema di salute.

Gli indicatori
Un esempio: in caso di frattura del collo del femore, è importante intervenire con un intervento chirurgico entro 48 ore. Gli ospedali della provincia di Trento (assieme a quella di Bolzano) lo fanno con una frequenza tra il 60 e il 70%, una delle percentuali più alte d’Italia (solo alcune strutture venete sfiorano il 90%).
Lo stesso principio si applica ad altre urgenze, come quelle cardiologiche. Nei casi più gravi di infarto miocardico si punta a trattare il paziente con angioplastica coronarica entro 90 minuti dall’accesso al pronto soccorso. In Trentino questo avviene nel 60% dei casi, in media con i dati nazionali, ma sotto la performance delle regioni del Nord (Bolzano arriva al 70%, alcune strutture di Piemonte e Veneto sfiorano l’80%). Sempre sul fronte della cardiologia, il Trentino vede una mortalità minore rispetto al resto d’Italia, sia a seguito di bypass aorto-coronarico sia per interventi sulle valvole cardiache (entrambe calcolate a 30 giorni).

Gravidanza e nascita
C’è, in realtà, un problema per quanto riguarda l’area materno-infantile: è quello relativo al volume di parti per struttura. Dovrebbero essere mille e, nel 2024, anno a cui si riferiscono i dati, tale cifra è stata raggiunta solo dal Santa Chiara (con 2316 ricoveri). Perfino Rovereto, con i suoi 939, è leggermente sotto. Notoriamente, sono gli ospedali di Valle (Cles e Cavalese) a faticare di più, con 182 e 174 parti nell’anno preso in considerazione. Uno degli indicatori positivi che hanno fatto sì che il Santa Chiara fosse riconosciuto in questo ambito come una struttura d’eccellenza riguarda la percentuale di parti eseguiti con il taglio cesareo. Negli ospedali del Trentino è la più bassa d’Italia, si va da un massimo inferiore al 20% (ed è proprio il Santa Chiara, dove i parti cesarei sono stati 442) a un minimo del 16%. Quest’ultimo dato è relativo al Santa Maria del Carmine di Rovereto, dove i cesarei sono stati solo 191: in proporzione è il dato più basso d’Italia.

Urgenza e malattie infettive
Il rapporto esiti valuta le performance del sistema sanitario dopo gli interventi e alcuni problemi, come le attese, non sono direttamente affrontati (Agenas dedica a questo altri rapporti). Ma un dato interessante c’è: nel 2024 sono entrati in pronto soccorso per poi uscirne con codice verde o bianco 29.756 pazienti. Si tratta di un dato che sarebbe bene ridurre (trattando i pazienti altrove) in un’ottica di maggiore appropriatezza, dedicando più risorse alle urgenze maggiori. Il dato comunque è in linea (anzi, leggermente inferiore in termini di percentuale: 62,83 accessi ogni mille abitanti, contro una media nazionale di 64,89) con il resto d’Italia.
Va un po’ peggio se si considerano le ore notturne e i festivi: 24.303, pari a 51,34 accessi ogni mille abitanti, leggermente sopra la media).
Infine una curiosità che riguarda l’influenza, visto il periodo: nel 2024 le ospedalizzazioni sono state 36. Poche in assoluto ma l’incidenza è superiore alla media nazionale.