il lutto

venerdì 28 Novembre, 2025

Addio a Renzo Biasior, il re dei gioielli antichi. «Con le sue mani costruiva storie, era un vulcano di idee»

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Con la moglie Teresa aveva portato avanti il negozio in Largo Carducci, la nipote Viola: «Si amavano senza riserve, progettavano di lasciare questo mondo insieme, per non dover vivere l’uno senza l’altro»

«Era un uomo poliedrico. Un vulcano sempre pronto a eruttare nuove idee». È il ricordo affettuoso di chi lo ha conosciuto. Si è spento Renzo Biasior, gioielliere stimato che insieme alla moglie Teresa, ha scritto una parte di storia dell’arte locale con il negozio di gioielli antichi in Largo Carducci e, poi, le televendite.
Un uomo instancabile, curioso, capace di trascinare chiunque con la sua energia che lascia dietro di sé una scia di gratitudine e memorie. «Oggi la neve cade e Renzo invece sale, senza timore, controcorrente — lo ricorda così la nipote Viola Lazzarotto — Non ha mai avuto paura di distinguersi. Ora si trova in un posto da cui potrà guardarci dall’alto con la stessa forza e serenità che ha sempre avuto». Biasior era un marito, un padre, un nonno e un artista che «ha colorato la nostra vita di curiosità e felicità», fino all’ultimo momento.
Un uomo «grande nello spirito e nel carisma» che coinvolgeva tutti con la «sfrenata energia e passione che neanche l’avanzare dell’età è mai riuscito a placare». Aveva iniziato giovanissimo come orologiaio, forgiando un mestiere che negli anni si era ampliato fino a comprendere molteplici arti e tecniche: quello di «tuttofare», dall’altra parte la sua capacità di reinventarsi era una cifra personale. Con la moglie Teresa, compagna di vita da oltre sessant’anni, aveva portato avanti il negozio di gioielli antichi in città trasformandolo in uno spazio di socialità prima ancora che di commercio. La scelta di lanciarsi nel mondo delle televendite, allora terreno nuovo, aveva confermato questo suo spirito coraggioso e amichevole. «Le loro televendite — racconta la nipote — ricche di bellezza, curiosità ma soprattutto di atmosfera familiare sono diventate mezzo per instaurare un rapporto che andava oltre quello tra commerciante e cliente: una vera e propria amicizia».
Per Biasior ogni aspetto della vita era un occasione di lavoro, restauro e racconto: con pennini, pietre e ingranaggi «costruiva storie». Viaggiatore instancabile, aveva attraversato il mondo con lo stesso entusiasmo con cui affrontava la vita. Da ogni viaggio riportava aneddoti, ricordi e profumi. Scorci di vita che oggi restano impressi in quelli che hanno condiviso tanti momenti insieme a lui. Ruben, il nipote più grande, lo vede ancora arrivare davanti alla scuola con la bicicletta grigia e il castello sul manubrio, così come il nipotino Michele che gli ha voluto bene. «Ricordo quando apriva il tettuccio della sua Cabrio Porsche e io sporgevo la testa per sentire il vento — ricorda la nipote — Le nostre passeggiate in Thailandia, un appuntamento fisso». Biasior era un uomo presente in famiglia: «Oltre che riempire i nostri cuori, ha riempito anche i nostri appartamenti di quadri e statuette — continua — Portava nelle nostre case di tutto: manufatti e piccoli tesori di antiquariato, oggetti costruiti da lui». L’artigiano ha condiviso la sua vita con la famiglia. Con la moglie Teresa ha affrontato viaggi, lavoro e progetti futuri: «Si amavano senza riserve, progettavano di lasciare questo mondo insieme, per non dover vivere l’uno senza l’altro», conclude Viola.