L'analisi
mercoledì 22 Ottobre, 2025
Nuovo Icef, con le modifiche famiglie con due redditi penalizzate. Il 43% dei destinatari dell’assegno unico cambierà le soglie per le rette
di Ubaldo Cordellini
Le novità sono sensibili perché toccano lo strumento che misura i pagamenti di nidi e asili

I nuovi criteri per il calcolo dell’Icef rischiano di gettare sull’orlo di una crisi di nervi, per citare uno dei film più famosi di Pedro Almodovar, migliaia di famiglie trentine, oltre ai comuni trentini che ancora non sanno che tariffe applicare ai servizi per i quali è previsto il contributo pubblico da assegnare in base all’indicatore provinciale di reddito familiare.
Dalle mense ai nidi
E non è cosa di poco conto visto che tramite l’Icef vengono assegnati aiuti pubblici come l’assegno unico per oltre 32 mila famiglie, ma anche l’aiuto per pagare le mense scolastiche per i figli, i buoni di servizio per i doposcuola o le attività estive, i viaggi di istruzione all’estero, gli asili nido, i prolungamenti di orario alla scuola dell’infanzia e le borse di studio. Secondo le simulazioni sono penalizzate le famiglie con due redditi, quelle con un disabile, quelle con tre o più figli e quelle monogenitoriali. La riforma decisa dalla Provincia e applicata quest’anno inseguiva l’obiettivo dell’equità, ma rischia di trasformarsi in un boomerang, come stanno scoprendo a loro spese le famiglie trentine che in questi giorni stanno andando agli sportelli dei patronati per calcolare l’Icef.
Penalizzati nuclei con 2 redditi
Il nuovo sistema di fatto elimina le deduzioni che in precedenza erano previste per il lavoro dipendente femminile, per componenti portatori da handicap e per famiglie con tre o più figli. Restano e vengono raddoppiate le deduzioni per i lavoratori dipendenti, ma questo penalizza i nuclei familiari in cui lavorano marito e moglie. Infatti, la deduzione per il lavoro dipendente arriva al massimo a 2 mila euro e con il raddoppio a 4 mila, mentre quella per le donne lavoratrici poteva arrivare a 13 mila euro. In questo modo modo l’indicatore Icef sale e di molto. Anche l’eliminazione delle deduzioni previste per le famiglie con tre o più figli comporta un aumento secco dell’aliquota Icef a parità di condizioni così come la presenza di un componente portatore di handicap per cui erano previste nel vecchio sistema deduzioni fino a 5400 euro.
Famiglie escluse
L’effetto che si produce è che le famiglie con con due redditi hanno un indicatore Icef più alto. In base alle simulazioni realizzate dall’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche (Irvapp-Fbk) – esaminate dalla quarta Commissione provinciale nello scorso mese di agosto – si è osservato che le famiglie con madre e padre che lavorano vengono penalizzate rispetto alle famiglie in cui lavora solo una persona. Così molti nuclei familiari con il nuovo sistema vedrebbero la riduzione dei benefici se non l’esclusione. Ad esempio, per quanto riguarda la misura dell’assegno unico provinciale di parte B1 è stato calcolato che 13.296 nuclei familiari beneficiari, ben il 43%, avrebbe un Icef più alta e quindi una riduzione dell’assegno, mentre 2.950 famiglie, ovvero il 13%, supererebbero il tetto massimo dell’Icef previsto per questa misura, ovvero lo 0,30.
Spesa invariata
Nelle interlocuzioni con le parti sociali la Provincia ha spiegato che l’ente non intende risparmiare sulla spesa e che la riforma mira a lasciare invariato l’importo totale. Il rischio, però, è che si polverizzino gli aiuti penalizzando famiglie che ora beneficiano degli interventi di sostegno facendo entrare nel sistema nuclei che attualmente non ne beneficiano.
Incognita soglie
Per ovviare alle penalizzazioni dei più fragili, la Provincia ha annunciato alle parti sociali che alzerà la soglia Icef oltre la quale non si potrà ottenere il beneficio, ma il rischio di questa soluzione è che vi sia un effetto distorsivo. Per questo ancora non sono state avanzate ipotesi. La campagna Icef è già in corso, ma ancora non si sa quali saranno le soglie per le singole misure. Questo mette in crisi in primo luogo i comuni e le comunità di valle che devono approvare con delibera le tariffe per i servizi di loro competenza come le mense e gli asili nido entro novembre, cioè prima dell’approvazione dei bilanci. Questo per evitare da una parte di dare poco alle famiglie bisognose da un lato e di spendere troppo dall’altro.
Confronto al Cal
Per questo motivo questa mattina si terrà un confronto al Cal con l’assessore Achille Spinelli. La Provincia finora non ha fissato le nuove soglie perché attende i dati che, visto che la campagna è ancora in corso, non sono ancora disponibili. Quindi si prevede una corsa all’ultimo secondo per cercare di individuare le soglie più eque per tutti.