Politica
sabato 18 Ottobre, 2025
Cosa prevede la Manovra (da 18,7 miliardi): taglio dell’Irpef al ceto medio, bonus mamma rinforzato, pensioni: tutte le misure approvate
di Redazione
L'articolato è stato presentato in consiglio dei ministri dalla premier Giorgia Meloni: «Priorità a famiglia, salari e sanità». Critiche le opposizioni: «Interventi modesti»

Una manovra da 18,7 miliardi di euro, «molto seria ed equilibrata» e «più leggera» del passato, che «tiene conto anche nel quadro complessivo» e «va nel solco delle precedenti». Giorgia Meloni presenta così la quarta manovra della sua legislatura, dopo un rapido Cdm riunitosi a metà mattinata per approvare la Legge di bilancio. Con lei i leader di maggioranza, dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani a Maurizio Lupi, e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Agli istituti di credito alla fine verrà chiesto un prelievo modellato sugli accordi già adottati negli anni scorsi e su questo punto Meloni dice di non temere contraccolpi: «Ho detto che non c’era alcun intento punitivo, abbiamo chiesto al sistema di darci una mano». L’attenzione generale della manovra è rivolta a «quattro priorità», sottolinea: famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno ai salari e alle imprese, sanità. Super deduzione al 120% del costo del lavoro, che sale fino al 130% per alcune categorie di soggetti più fragili, per favorire le assunzioni. Circa 8 miliardi di investimenti previsti per le imprese, sterilizzata Plastic & Sugar Tax. E ancora: rifinanziato il credito d’imposta per la Zes, che viene portato a 2,3 miliardi, rifinanziata la nuova Sabatini. Ci sono poi 1,9 miliardi sui salari e contro il lavoro povero, con l’obiettivo di tagliare dal 5 all’1% la tassazione sui premi di produttività elevando la soglia dei premi soggetti ad aliquota sostitutiva. Meno tasse per il ceto medio, sull’Irpef si taglia l’aliquota dal 35 al 33% fino a 50mila euro, con una misura da 2,8 miliardi. Alle famiglie 1,6 miliardi in più, con il bonus per le mamme lavoratrici che sale da 40 a 60 euro. Previsto poi un incremento di 20 euro mensili per le pensioni minime. Sul fisco è stata predisposta una rottamazione della durata di nove anni, con rate bimestrali di pari importo.
Quindi 2 miliardi per l’adeguamento salariale al costo della vita; proroga al 2026, alle stesse condizioni del 2025, delle detrazioni fiscali per spese edilizie, nuove risorse per la sanità e ulteriori fondi per il welfare. Quanto alle spese in Difesa, fa sapere la premier, «l’incremento dello 0,15% sarà coperto con misure aggiuntive rispetto alla legge di bilancio». Giorgetti assicura che «non è stata fatta un’opera di aumento della pressione fiscale ma di redistribuzione». Quanto alla tassazione sugli extraprofitti, precisa il ministro, si tratta di una misura «discrezionale»: «Alle banche diamo la possibilità di liberare riserve ad una aliquota più vantaggiosa».
Esulta Tajani, che a nome di Forza Italia chiedeva di evitare tasse sugli extraprofitti: «Non ci saranno, questo vuol dire che c’è stato un lavoro condiviso». Mentre Salvini si dice soddisfatto per la rottamazione delle cartelle esattoriali: «Ossigeno per 16 milioni di italiani: 9 anni di rate tutte uguali, senza una maxi rata di ingresso e senza sanzioni». Polemizza però l’opposizione. Secondo Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato Avs, la manovra «è un atto di ingiustizia sociale, taglia servizi e rinuncia a tassare i grandi profitti. Il governo ha chiesto alle banche un contributo truffa». «È la manovra più modesta e rinunciataria degli ultimi anni», afferma il senatore Antonio Misiani (Pd). Critico, sul fronte dei salari, il leader della Cgil, Maurizio Landini: «Avevamo chiesto un meccanismo di rivalutazione e questo non l’hanno fatto». «Apprezziamo le parole della premier Meloni sul fatto di aver messo al centro di questa Manovra le imprese e l’industria», commenta invece il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.