Grandi Carnivori
venerdì 10 Ottobre, 2025
Cosa sappiamo dell’orsa morta a marzo in val di Sole e del segreto istruttorio
di Simone Casciano
L'episodio si inserisce in una lunga scia di morti sospette. L'ultimo caso: la pelle conciata trovata in un parco giochi

Un altro orso morto in circostanze opache, poco chiare, e che si unisce alla lista di casi simili avvenuti in Trentino non solo nel 2025, ma in tutti gli anni recenti. Quest’orsa però è morta da tempo, lo si è venuto a sapere solo ora perché la Procura ha disposto l’archiviazione del caso. Una serie di circostanze che rendono ancora più intricato il caso.
I fatti
Bisogna quindi procedere con ordine. Della morte dell’orsa ha dato comunicazione ieri la Provincia con uno stringato, come ormai da abitudine, comunicato stampa. «La Procura della Repubblica di Trento ha disposto l’archiviazione dell’indagine relativa al decesso dell’orsa F32 – scrive la Provincia – L’esemplare di 9 anni era stato rinvenuto il 15 marzo scorso nei boschi della Bassa Val di Sole». Insomma l’esemplare era stato ritrovato morto 7 mesi fa, ma «fino a questo momento l’informazione del ritrovamento e l’attività investigativa erano coperte da segreto istruttorio: il Nucleo operativo specialistico del Corpo forestale del Trentino ha supportato le attività di indagine coordinate dall’Autorità giudiziaria, al fine di accertare le cause della morte e ogni eventuale responsabilità connessa». Insomma per 6 mesi, fino ad agosto la Procura ha indagato, ma alla fine è arrivata la richiesta di archiviazione.
I dubbi
La notizia ora solleva più dubbi di quante risposte dia. Perché se il ritrovamento ha portato la Procura a chiedere immediatamente il segreto istruttorio e a non divulgare la notizia è facile supporre che la carcassa mostrasse chiari segni di una morte violenta e riconducibile all’uomo. Fosse questo il caso allora la richiesta di archiviazione sarebbe legata all’impossibilità di identificare eventuali colpevoli, più che alla cause della morte dell’orsa. Si tratta però solo di indiscrezioni, supposizioni. La certezza si trova nei referti autoptici che ora ha in mano anche la Provincia.
L’ombra del bracconaggio
Il caso di F32 si inserisce in un quadro preoccupante per il Trentino, dove il bracconaggio sembra ormai in aumento. Due cacciatori sono a processo per l’uccisione dell’orsa F36, Mj5 era stato avvelenato e questi sono i casi più eclatanti del 2023. Quest’anno si sono aggiunti già altri due episodi allarmanti. Prima l’orsa trovata morta sopra Caldes, con evidenti fori di entrata e di uscita di proiettili, a inizio settembre. Poi dopo c’è stato il caso di Fondo, con la pelle di un cucciolo di orso lasciata in un parco giochi per bambini. Un episodio che non faceva pensare solo al bracconaggio, ma anche ad una sorta di preoccupante esibizionismo. Episodi che avevano portato a varie prese di posizione. Per una volta associazioni animaliste, cacciatori e Provincia si erano trovati tutti dalla stessa parte nel condannare questi episodi. «Dico assolutamente no al bracconaggio – aveva detto Failoni – È illegale e non appartiene alla cultura delle nostre comunità».