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domenica 28 Settembre, 2025

Studentati, a Trento mancano 800 posti letto. Baggia: «Servono nuove residenze anche per liberare appartamenti per famiglie»

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L'indagine di Nomisma: il fabbisogno nel capoluogo soffre per via di pressione turistica e mercato immobiliare poco accessibile

«Il gap tra domanda e offerta di posti letto in studentati è quantificabile in circa 800 unità, nonostante i progetti di ampliamento in corso». È quanto emerge dalla ricerca commissionata dal Comune di Trento a Nomisma, una società di consulenza che realizza studi settoriali e territoriali.

 

L’indagine

Lo studio ha esplorato l’intero fabbisogno abitativo nel capoluogo. Alcuni dati – quelli più generali – sono stati anticipati a metà agosto in una conferenza stampa: nello specifico, la città conta 5mila appartamenti sfitti e avrà bisogno di 6mila alloggi entro il 2040. Tutti gli altri risultati dell’indagine saranno presentati fra un paio di settimane. E uno di questi riguarda proprio l’università.
I ricercatori di Nomisma sottolineano, anzitutto, come l’ateneo trentino sia caratterizzato da una quota importante di studenti fuori sede: il 75% degli iscritti ai corsi di laurea e post-laurea (circa 13mila iscritti). Ma l’offerta di residenze per studenti – tra strutture pubbliche e private (o religiose) – risulta «ancora insufficiente a coprire il fabbisogno». Come anticipato, a Trento, mancano circa 800 posti letto. «La difficoltà di accesso alla casa — aggiungono i ricercatori di Nomisma — è accentuata dalla pressione turistica e da un mercato immobiliare non sempre accessibile, soprattutto per coloro che non beneficiano di borse di studio o tariffe agevolate».
L’assessora comunale all’urbanistica Monica Baggia conosce bene il fabbisogno residenziale legato all’ateneo, che contribuisce a «definire l’identità culturale, sociale ed economica della città». «Nonostante il calo demografico — sottolinea l’assessora — l’Università di Trento, grazie a un elevato livello di qualità e grazie anche alla Scuola di Medicina, riesce a mantenere costante il numero di iscritti. Nei prossimi anni avremo ancora bisogno di residenze per studenti. La realizzazione di specifici studentati — conclude — consentirebbe di liberare anche appartamenti per coppie e famiglie». Lo studio di Nomisma sarà tenuto in considerazione dall’amministrazione comunale per elaborare la nuova variante al Piano regolatore generale (Prg), che dovrà rispondere anche all’emergenza abitativa.

 

Il bando del ministero

Intanto, ieri, il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) ha reso noto il numero di domande arrivate per il bando «Housing» (finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza), che prevede un contributo di 20mila euro per ogni nuovo posto letto (una quota delle camere deve avere tariffe calmierate). «Nello specifico, a Trento, sono pervenute candidature per 357 posti letto — fa sapere il ministero — Il bando è ancora aperto ed è possibile presentare domanda di partecipazione». La ministra Anna Maria Bernini ha rimarcato come «la straordinaria partecipazione in Trentino-Alto Adige al bando rappresenta un impegno concreto per il futuro del Paese e per la competitività del nostro sistema universitario». Due anni fa 13 soggetti pubblici e privati del Trentino avevano presentato una manifestazione di interesse per la realizzazione di 1.181 posti letto, di cui 539 solo nel capoluogo. Fra questi ci sono i 300 posti previsti a Casa Girelli, l’ex stabilimento di Cavit: la proposta era stata avanzata da Dolomiti Building (gruppo Paterno).

 

Altri 315 posti letto

Nel suo comunicato il ministero riferisce anche che, grazie alla legge 338/2000, «sono stati cofinanziati 315 nuovi posti letto con uno stanziamento di 31.721.723 euro». Si tratta dell’assegno staccato per l’ampliamento della residenza San Bartolomeo di Trento (100 posti) e per la realizzazione del nuovo studentato a Rovereto (215 posti).