l'intervista
sabato 27 Settembre, 2025
Francesco Moser: «Da bambino un calzolaio mi cucì un elastico per legare i libri in spalla e pedalare. Ignazio? Un bravo ragazzo che fa di testa sua»
di Daniele Benfanti
Ieri il campione di ciclismo è intervenuto al Tour del T: «Morto mio papà, mia mamma ha mandato avanti tutto da sola»
Francesco Moser alla serata del Tour dell’Autonomia a Lavis.
Le origini
«Qui venivo alle medie. Naturalmente in bici. Dalla mia Palù, sette chilometri in discesa. Ma al ritorno, che fatica. I libri si portavano con un elastico. Ho inventato, si può dire, lo zainetto da scuola. Feci mettere a un calzolaio di Lavis delle fettucce a una cartella per mettermela sulla spalla e poter pedalare liberamente. Ma ho iniziato a correre solo a 18 anni, grazie ai miei fratelli Aldo e Enzo. Dei miei tanti fratelli, ero io quello destinato a continuare a fare il contadino».
La famiglia
«Morto mio papà, mia mamma ha mandato avanti tutto da sola. Con mia moglie Carla a un certo punto è finito il clima che serve in famiglia. Con Mara amo sole ci conoscevamo perché mio figlio Ignazio ha corso per la squadra di suo padre. E ci vedevamo anche dopo alle ciclostoriche. Abbiamo più o meno gli stessi interessi. I miei figli? Con Francesca vado più d’accordo: sa quello che vuole. Ignazio è un bravo ragazzo ma bisogna lasciargli fare di testa sua. Carlo? Siamo spesso in conflitto ma è un ottimo venditore per i prodotti della nostra azienda agricola».
La visita
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Sono una sessantina i volontari in servizio attivo, con un'importante componente femminile e una nutrita squadra di allievi; 750-800 gli interventi l'anno. Rinnovato il direttivo