A Roma
lunedì 4 Agosto, 2025
Anche 330 giovani trentini alla «messa dei record» di papa Leone. «Svegli dalle tre del mattino per arrivare qui»
di Marina Leonardelli
Il viaggio del giubileo, per il drappello dell'arcidiocesi, è durato una settimana

I 330 ragazzi della diocesi partiti domenica 27 luglio per il Giubileo hanno partecipato alla messa dei record con papa Leone a Tor Vergata. Dove sono arrivati dopo una marcia di circa dieci chilometri verso la grande spianata di Tor Vergata, che ospita oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo. Lungo il percorso, numerosi volontari della Protezione Civile hanno manifestato la loro vicinanza ai punti di ristoro: «Siamo svegli dalle tre di stamattina (sabato, ndr) per fare in modo che i pellegrini possano vivere al meglio questa esperienza», racconta Marta, arrivata anche lei da Trento. I volontari hanno distribuito barrette, acqua e succhi di frutta per aiutare i partecipanti a resistere al sole già intenso di inizio agosto. I giovani trentini hanno avuto modo di socializzare con coetanei di ogni nazionalità. All’arrivo a Tor Vergata, hanno ricevuto un kit con i pasti fino al pranzo di domenica, pronti a trascorrere la notte all’aperto insieme a centinaia di migliaia di altri ragazzi.
Dopo aver montato le tende e sistemato i propri spazi, il pomeriggio è trascorso tra colori, musica e incontri: il campo è un mosaico vivace di magliette e teli stesi per ripararsi dai raggi del sole, mentre molti si avvicinano ai punti d’acqua per rinfrescarsi o passeggiano tra le vie della spianata, in attesa dell’arrivo di papa Leone. Sul grande palco si sono alternati gruppi musicali da diversi Paesi e testimonianze toccanti, che hanno fatto dimenticare per qualche ora la calura estiva. Durante il momento di preghiera del mattino, prima della Veglia, don Lauro ha parlato con il cuore in mano ai ragazzi: «Mi mancherà questo tempo con voi. Ho imparato tanto. Giovani, dovete brillare, dovete continuare a essere sempre una botta di vita, come avete fatto oggi. Appassionatevi della vita».Negli ultimi giorni, don Lauro è stato un vero punto di riferimento per il gruppo: oltre a guidarli spiritualmente, non ha esitato a dare una mano nell’organizzazione e nella distribuzione del cibo, sempre con un sorriso. Anche don Daniel, parroco di Andalo, ha condiviso la propria emozione: «Quello che provo è stupore. In questi giorni mi sono messo in ascolto dei giovani della nostra Diocesi e mi rendo conto sempre di più di quanto sia importante, per noi adulti, ascoltarli per davvero». Tra le voci dei più piccoli, spicca quella di Federico, 16 anni, della parrocchia di Rovereto: «Questi giorni sono stati pienissimi: ci sentiamo parte di qualcosa di molto più grande. La sfida sarà portare tutto ciò che abbiamo imparato qui a Trento». Con il calare della sera, la spianata di Tor Vergata si è trasformata in un mare di luci: migliaia di torce e candele hanno illuminato i volti dei partecipanti, che hanno intonato canti e preghiere in più lingue. L’aria era carica di emozione e attesa per l’arrivo di papa Leone, poco dopo il tramonto.
La sua presenza è stata accolta da un applauso che sembrava non finire mai, un boato di gioia che ha unito tutti in un unico abbraccio spirituale. Mentre la notte avvolgeva il campo, molti si sono stesi sotto le stelle, scambiandosi storie, sogni e speranze. Altri hanno continuato a cantare, accompagnati dal suono di chitarre e tamburi improvvisati. Per i ragazzi trentini, questa non è stata solo un’esperienza di fede, ma un’occasione per scoprire nuove amicizie e sentirsi parte di una comunità globale che condivide lo stesso entusiasmo. La veglia è stato l’ultimo momento di una settimana intensa, iniziata con il pellegrinaggio da Campagnano a Roma, culminata poi con la festa degli italiani di giovedì con la musica di Mr Rain che ha animato la serata, mentre la toccante testimonianza della madre di Sammy Basso — ragazzo morto di progeria nel 2024, che ha vissuto i suoi giorni come un esempio di forza e voglia di vivere — ha commosso tutti i presenti.
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