Sanità
venerdì 1 Agosto, 2025
Mesi di attesa per una visita ginecologica, poi si sente male e viene operata d’urgenza: il caso finisce in consiglio provinciale
di Redazione
L'odissea di una donna di sessant'anni, che alla fine si è rivolta al privato. Parolari (Pd): «È la quarta interrogazione che presento sul tema»

Non c’è due senza tre, direbbe il detto. Non se si parla dei ritardi nei reparti di ginecologia, visto che, sul tema, la consigliera provinciale del Partito Democratico Francesca Parolari ha presentato la quarta interrogazione in meno di un anno per denunciare i lunghi tempi di attesa non solo per gli interventi chirurgici programmati, ma anche per gli esami diagnostici ambulatoriali necessari prima degli interventi.
A supporto di queste segnalazioni, l’interrogazione riporta il caso emblematico di una paziente a cui è stato ignorato il RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogenea). A metà marzo, una signora con importanti sintomi debilitanti si è rivolta a uno specialista ginecologo del sistema pubblico. Il medico ha inviato una richiesta per un esame diagnostico e un piccolo intervento chirurgico al day surgery di Trento, assegnando un RAO B, che prevede una presa in carico entro 60 giorni. La richiesta è stata inviata tramite una comune e-mail, che sembra essere l’unico metodo di comunicazione riconosciuto dall’APSS. Il medico ha informato la paziente che sarebbe stata contattata entro 60 giorni.
«I 60 giorni – fa sapere Parolari – sono ampiamente passati e le condizioni della paziente sono peggiorate. Alla fine, la paziente è stata contattata e l’esame è stato fissato per i primi di agosto, circa cinque mesi dopo la richiesta iniziale. A questo punto, la donna ha deciso di rivolgersi a una struttura privata per l’esame e l’intervento. Pochi giorni dopo aver fatto l’esame privatamente, è stata ricoverata d’urgenza al Pronto Soccorso per un repentino peggioramento delle sue condizioni di salute e operata immediatamente.
La consigliera Parolari ha chiesto dunque di sapere se il sistema di posta elettronica è l’unico canale di comunicazione tra specialisti ambulatoriali e ospedalieri e se è considerato sicuro, oltre a chiedere se esista una procedura formalizzata per comunicare l’avvenuta presa in carico delle richieste. Inoltre, chiede conferma se i RAO possono essere modificati dagli specialisti ospedalieri, eventualmente con quali modalità, e in caso affermativo se non si ritenga opportuno informare la paziente di tale modifica per darle la possibilità di fare, eventualmente, altre scelte.