Agricoltura e innovazione

venerdì 11 Luglio, 2025

La cooperativa Sant’Orsola ha brevettato il «lampone del futuro»: è resistente ai parassiti e al cambiamento climatico

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Si tratta di un prodotto frutto di dodici anni di ricerca, ottenuto con incroci naturali

Il lampone del futuro è già pronto, è di colore rosso brillante quando è maturo, frutto di nuove varietà resistenti ad ogni attacco di parassiti e persino al mutamento climatico. Sono una novità assoluta prodotta dalla cooperativa Sant’Orsola, dopo 12 anni di ricerche e sperimentazioni.
Per verificare piante e frutti e per assaggiarli in anteprima oggi sono accorsi alla Sant’Orsola grandi vivaisti e coltivatori da tutto il mondo, all’Open Day dedicato alle nuove varietà presso la sede di Pergine Cirè.

 

I partecipanti, provenienti anche da Trentino e Alto Adige, Italia, Europa (Olanda, Spagna, Portogallo, Germania e Belgio), Nuova Zelanda, Cile, Messico e Marocco, hanno potuto osservare dal vivo le caratteristiche delle nuove piante.
Nel corso della mattinata di ieri (giovedì 1o luglio) la visita ai campi dei soci della cooperativa che hanno coltivato le nuove piante, a Fierozzo San felice in valle dei Mocheni (a 1.200 metri di quota), a Campiello di Levico ed a Scurelle in Valsugana, (a circa 400 metri). Infine quella al Campo Sperimentale della cooperativa a Vigolo Vattaro, dove le nuove varietà sono state messe a confronto con quelle abitualmente coltivate dalla Sant’Orsola. Qui si trovano i genotipi ovvero le varietà promettenti che saranno utilizzate per coltivare le centinaia di migliaia di piante necessarie per produrre su larga scala i lamponi, lasso di tempo indispensabile anche per le procedure di certificazioni.

 

Gianluca Savini, il responsabile della consulenza tecnica e dell’area ricerca e sviluppo e Paolo Zucchi, il coltivatore a capo del Campo Sperimentale, hanno illustrato tra i filari di lamponi le strategie del programma di miglioramento genetico, le caratteristiche delle selezioni avanzate ottenute e le peculiarità che le differenziano da tutte le altre. Le nuove piante derivano da incroci tradizionali del tutto naturali (con il metodo della impollinazione guidata), effettuati circa dodici anni fa, sottoposti nel tempo a continui controlli mirati per verificare la loro stabilità genetica e l’effettivo miglioramento. Sono assai più produttive delle attuali, oppongono grande resistenza ai parassiti ed alle malattie, sanno adeguarsi molto bene all’ambiente ed agli effetti dannosi prodotti dal cambiamento climatico e sopportano le alte temperature presenti nei tunnel di coltivazione. Tra l’altro, cosa non da poco, consentono una facilità di raccolta inimmaginabile fino ad oggi in quanto abbassano il tempo necessario del 30 per cento rispetto alla pratica abituale.

 

I nuovi lamponi ottenuti sono frutti di qualità, di ottimo gusto, di buona consistenza, di calibro omogeneo e di elevata conservabilità in modo da diminuire lo spreco alimentare. Nel pomeriggio di ieri,  il panel test nella sede della Sant’Orsola di Pergine Ciré, dove i partecipanti hanno assaggiato campioni dei nuovi lamponi (anonimi e numerati con appositi codici) per testare le loro caratteristiche e decretare i migliori, in modo da capire l’apprezzamento del futuro cliente.
La cooperativa Sant’Orsola a Vigolo Vattaro ha un Campo Sperimentale riconosciuto a livello internazionale per il suo valore. L’attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo iniziata nel 2002 ha consentito di brevettare 14 varietà di piante di lampone, protette (brevettate) in Europa dall’organismo di controllo Upov e vendute nei Paesi maggiori coltivatori al mondo di lamponi.