La mostra
martedì 6 Maggio, 2025
Castel Belasi, tre esposizioni inaugurano la stagione del maniero trentino. Arte botanica, ghiacciai e Antropocene in mostra
di Redazione
Inaugurazione venerdì 9 maggio 2025, alle 18

Castel Belasi, centro d’arte contemporanea per il pensiero ecologico diretto da Stefano Cagol, riparte con una nuova stagione culturale. Venerdì 9 maggio alle 18 l’antico maniero apre le sue porte con tre nuove mostre frutto della partnership tra MUSE e il Comune di Campodenno. Tre progetti che intrecciano arte e scienza per riflettere sulle sfide del presente.
“Raccolti e Racconti. La biodiversità nell’arte botanica” (10 maggio – 22 giugno 2025) celebra la diversità vegetale creata dalla specie umana attraverso l’illustrazione botanica nel contesto di Botanical Art Worldwide Italy; “Come ghiaccio. Riflessioni sullo scomparire pensando al futuro” (10 maggio – 26 ottobre 2025), progettata in occasione dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai, espone opere di artiste e artisti internazionali e nazionali per riflettere sul concetto di fragilità e sparizione; “Dall’Antropocene al Biocene” propone una selezione di opere di nove giovani creative/i under 35 che hanno partecipato all’omonima masterclass MUSE nel contesto del bando PAC “Collezione Antropocene”.
Da inizio luglio, il castello ospiterà “Fragile. A Selection of Glasstress” (4 luglio – 26 ottobre 2025) che declina il tema della vulnerabilità di essere umano e natura attraverso una selezione di sculture in vetro di Murano ideate da grandi artisti contemporanei.
“Grazie alla partnership tra MUSE e Comune di Campodenno, anche quest’anno proponiamo a Castel Belasi una serie di progetti che danno evidenza del fecondo dialogo in corso tra scienza e arte rispetto alla crisi eco-sociale in corso”, spiega il direttore Massimo Bernardi. “La programmazione concretizza l’impegno del direttore Stefano Cagol e del nostro museo nel dare spazio a ogni linguaggio in grado di contrastare il torpore dell’assuefazione alle crisi che stiamo vivendo. Crisi climatica e di biodiversità, in primis, che tuttavia si stanno fondendo, esasperandole, con crisi di natura sociale, economica e psicologica, generando uno scenario cupo che rischia di annichilirci. Le mostre che proponiamo sono evidenza della possibilità di una reazione, di un immaginario diverso rispetto alla semplice, passiva, constatazione di queste dinamiche. Sono immagini che esprimono la nostra empatia verso piante, ghiacciai, deserti: immagini di dolore, ma anche di attenzione e di cura verso un pianeta che possiamo ancora sanare”.
“La scelta di questi progetti espositivi – racconta il direttore artistico Stefano Cagol – nasce dalla volontà di stimolare immaginazione e visione rispetto al rapporto fra umanità e ambiente, rispondendo alla mission dell’istituzione che dirigo. Le mostre sono attraversate dal tema della sparizione, dei ghiacciai, della biodiversità e delle certezze, eppure sono pervase da un grande senso di proiezione verso il futuro. In un’epoca in cui convinzioni e certezze si stanno dissolvendo come neve al sole, lo sguardo anticipatore e sensibile delle arti contemporanee è sempre più prezioso per la società. Così, presenti sono le opere di artisti di generazioni differenti, celebrati e giovani, di culture che vanno da quella Inuit a quella del Kazakhistan, e provenienze da tutto il globo, dall’Australia agli USA, passando per la Cina, in un mosaico di punti di vista, arricchito dalla fruttuosa collaborazione con MUSE, nella convinzione della forza di uno sguardo esteso.”
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