La cerimonia

lunedì 7 Luglio, 2025

Trento, il sindaco Ianeselli ricorda il partigiano Manci: «Nessun bene vale il sacrificio della libertà»

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In prima fila anche la figlia Giovanna, insieme ad alcuni parenti del partigiano ucciso dalla Gestapo il 6 luglio del 1944

«Quando ci avviciniamo a figure della Resistenza ci chiediamo sempre quale sia l’eredità che lasciano al nostro presente. Nel caso di Giannantonio Manci, non ci sono parole più adatte per ricordarlo di quelle da lui stesso pronunciate nel suo testamento politico: “Nessun bene reale o utopistico, vicino o lontano, vale il sacrificio della libertà che si attua nella competizione tra i partiti e nel rispetto dei diritti naturali degli individui”. L’espressione della sovranità popolare e la difesa della libertà individuale sono temi anche del nostro presente, perché la democrazia liberale non si esprime solo con la possibilità di recarsi alle urne, ma con il riconoscimento della libertà dell’informazione, dell’indipendenza della magistratura e con il rispetto di tutte le minoranze. Non c’è democrazia senza liberalismo».

 

Con queste parole il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha ricordato la coraggiosa resistenza di Giannantonio Manci, commemorato questa mattina alla Galleria dei Partigiani con la deposizione della corona alla targa che ne rievoca il sacrificio, avvenuto il 6 luglio del 1944 per mano della Gestapo.

 

In prima fila anche la figlia Giovanna, insieme ad alcuni parenti del partigiano. A loro si è rivolto il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Mario Cossali: «La storia di questa famiglia sta alla base della vicenda umana di Giannantonio Manci, che non ha saputo rinunciare alla lotta per la libertà. Le radici del suo sentimento si trovano anche nel fratello Filippo e nel padre Massimiliano. Nei loro volti si vedono il tempo della giovinezza, della responsabilità e della paura. La straordinarietà di Giannantonio Manci risiede non solo nelle sue radici, ma nel coraggio che lo ha portato a esporsi sempre pubblicamente, in prima persona, fedele alle proprie origini e al compito che si era prefisso e che è tuttora attualissimo. La sua è una forza morale e spirituale di cui ancora oggi abbiamo bisogno per non soccombere di fronte alla distruzione dell’umanità a cui assistiamo».

Alla cerimonia erano presenti anche la presidente del Consiglio comunale Silvia Zanetti, la vicepresidente del Consiglio provinciale Mariachiara Franzoia, l’assessore provinciale Simone Marchiori, il presidente della Sezione Ana Trento Paolo Frizzi, il segretario della Cgil Andrea Grosselli, il Vicario del Commissario del Governo Massimo di Donato, il Questore di Trento Nicola Zupo, il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, diversi consiglieri provinciali e comunali e i rappresentanti delle forze dell’ordine.