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lunedì 22 Maggio, 2023

Tragedia di Mostizzolo, le parole di Veronica Amistadi: «La mia passione? Studiare la complessità interiore»

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Come raccontato da lei stessa a Impact Hub Trento, il suo sogno era «studiare le neuroscienze, soprattutto la parte legata all’intelligenza emotiva». Il videoricordo del parroco di Roncone

«Pesante, davvero pesante è il carico di dolore che abbiamo nel cuore. Siamo stati nuovamente colpiti da una grande tragedia. Una tragedia che non sappiamo esprimere». Con le lacrime agli occhi don Celestino Riz, parroco di Roncone, inizia così il videomessaggio che ha voluto diffondere tra i suoi compaesani. Un tentativo di trovare parole «che non ci sono perché non ci sono pensieri» di fronte alla tragedia che nella notte ha visto Veronica Amistadi, 41 anni, togliersi la vita assieme al figlio di 4 anni gettandosi dal ponte di Mostizzolo, a Cles.

Amistadi, classe 1981, la più grande di due fratelli e una sorella, figlia dell’idraulico del paese, era originaria di Roncone (Comune di Sella delle Giudicarie), ma risiedeva a Trento. Nella vita lavorativa aveva fatto carriera: era group brand manager per una multinazionale tedesca nel settore farmaceutico e si occupava di marketing internazionale per noti marchi. Un lavoro che l’aveva portata a compiere diverse trasferte all’estero.

La sua passione nascosta, però, come raccontato da lei stessa a Impact Hub Trento era «studiare le neuroscienze, soprattutto la parte legata all’intelligenza emotiva. Sono una persona molto dinamica e concreta, ma per contro mi affascina ciò che non si vede e si tocca, come la complessità con la quale si muove il nostro mondo interiore e le nostre dimensioni cognitive in relazione con noi stessi e con gli altri. Pratico da tempo mindfulness».

La sua citazione preferita era una frase di Edward Bach «La salute è la completa ed armonica unione tra anima, mente e spirito». Qualcosa però nell’armonia di Amistadi doveva essersi incrinato. Nell’auto della donna i carabinieri hanno trovato un biglietto di addio con un chiaro riferimento al dolore per la fine della storia con l’ex compagno. «Si è trattato di un gesto estremo, dovuto probabilmente a uno stato depressivo, sicuramente maturato nell’ambito di una separazione», spiega il comandante dei carabinieri di Cles Guido Quatrale. Sono stati proprio gli uomini dell’Arma a essere avvisati per primi: «Siamo stati chiamati da un passante che ha notato una macchina accesa, parcheggiata sul ponte. Abbiamo pensato subito a un estremo gesto e così abbiamo attivato i vigili del fuoco volontari e permanenti, il personale del 118 e il soccorso alpino».

«Siamo stati allertati alle 1.17 – racconta il comandante dei vigili del fuoco volontari di Cles Tiziano Brunelli –. Quando siamo arrivati sul ponte abbiamo subito visto una sagoma sul greto del torrente Noce, a circa 80-90 metri di distanza. Purtroppo, avvicinandoci ci siamo accorti che non si trattava solo di una persona, ma anche di un bambino».

I vigili del fuoco sono intervenuti anche con l’ausilio di alcuni gommoni dei corpi di Cagnò e Taio, mentre il corpo di Cis è intervenuto sul ponte assieme alla fotoelettrica di Nanno e Tuenno. Per mamma e bambino, però, non c’è stato nulla da fare: i corpi sono stati recuperati con l’elicottero e trasportati nella camera mortuaria di Cles verso le 4 del mattino.

Le indagini, in capo alla procura di Trento, cercheranno ora di far luce sul recente passato della donna che viveva sola a Trento con il figlio avuto dall’ex compagno. Il pm Davide Ognibene ha aperto un fascicolo contro ignoti. Nelle scorse ore sono stati sentiti i familiari e il padre del bambino.

«Dobbiamo stringerci e stare vicino alla famiglia, in particolare a Bernardo e a Edi (i genitori, ndr), ai suoi fratelli e a sua sorella – prosegue il parroco –. Noi vogliamo dire a Veronica: noi siamo vicini, non ci allontaniamo, non scappiamo di fronte a questo dolore, stiamo vicino alle persone che più hai amato. Incrociando gli occhi di Gesù dall’alto di quella croce mi sembra di vedere solo misericordia e tenerezza. Misericordia significa portare nel cuore le miserie. Ecco, tu Gesù hai fatto questo, hai preso nel tuo cuore le nostre miserie e ci guardi con tenerezza e ci doni consolazione. Non farci mancare questo, in questo momento: tenerezza e consolazione. E ti preghiamo ancora una volta Signore Gesù, noi che non sappiamo più che pensare, stacci vicino tu, porta tu nel tuo cuore le nostre miserie. Tu che conosci il cuore dell’uomo, tu che dall’alto della croce hai portato in paradiso chi ti stava vicino, ti preghiamo: porta in cielo Veronica insieme al suo bambino, donaci la consolazione e la tenerezza tua».