la visita
martedì 3 Ottobre, 2023
di Donatello Baldo
La circonvallazione ferroviaria, quella di Trento e quella di Rovereto, e il treno che da Rovereto passa per Mori e arriva a Riva del Garda. E poi l’elettrificazione della Valsugana, la concessione A22 ai territori. Senza dimenticare il ponte sullo Stretto, che non c’entra con il Trentino ma rappresenta la sfida più grande del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini. «Vicepremier», come lo annuncia la voce fuori campo prima dell’ingresso all’Itas Forum per il monologo «Progetti e Grandi opere», anteprima del tour «2023-2032, l’Italia dei sì». Tutti gli altri in platea, politici e imprenditori. C’erano Maurizio Fugatti con gli assessori leghisti al completo, e al completo anche la delegazione parlamentare trentina del Carroccio. Ma in prima fila anche l’assessore comunale alla Transizione ecologica Ezio Facchin, che con Salvini, sulla circonvallazione, si è poi trattenuto per qualche minuto parlando fitto fitto. Presenti anche i vertici di Confindustria, Coldiretti, Asat, Autobrennero, Artigiani.
Il bypass si farà, entro il 2026
Salvini rassicura sul bypass. Nessuna proroga, e così smentisce l’assessore Mario Tonina che soltanto pochi giorni fa — assieme ai dirigenti dei dipartimenti provinciali coinvolti sulla grande opera — annunciava pressioni di Provincia e Comune di Trento su Roma per sfondare il termine del 2026 previsto dal Pnrr, così da permettere le eventuali bonifiche dell’area ex Scalo Filzi che potrebbero dilatare i tempi di cantiere: «Noi volgiamo chiudere il progetto che libererà Trento nei tempi previsti, non si allungano i tempi, abbiamo l’intenzione di mantenere il cronoprogramma, e non si fanno altri progetti, non si rimetterà niente in discussione perché indietro non si torna. E se mancheranno soldi per eventuali bonifiche — taglia corto il ministro — li troveremo». E anche Fugatti è obbligato a una precisazione, che contraddice quella del suo vice Tonina: «I tempi devono essere rispettati. La Provincia non chiede alcun rinvio dei termini, chiede invece il loro rispetto».
A22, concessione ai territori
«Siamo in lavorazione del rinnovo della concessione, il tema dell’A22 è qualcosa di fondamentale. Il mio obiettivo è quello di rinnovare le concessioni, a vantaggio dei territori. Non solo a vantaggio dei concessionari. E credo di chiudere la partita — annuncia Salvini — il prima possibile». E a proposito di A22, il ministro torna sul tema dei blocchi dei Tir in Austria: «Deve prevalere il principio della libera circolazione di uomini e merci. Non abbiamo intenzione di subire blocchi del traffico che comportano danni economici ma anche ambientali».
Garda, il tunnel e il treno
Il primo cantiere trentino visitato da ministro delle Infrastrutture, per Salvini è stato quello della Loppio-Busa quasi un anno fa: «Un cantiere che mi aveva stupito positivamente, che affrontava un problema, quello del traffico, risolvendo anche una questione ambientale, quella della discarica, un milione di metri cubi di rifiuti in meno sul territorio». Ma il traffico sarebbe ancor più diminuito con la linea ferroviaria Rovereto, Mori, Riva: «Ci stiamo lavorando, su questa ipotesi lavora anche Rfi. Che — annuncia il ministro — si confronterà con i territori nelle prossime settimane». In platea, la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi. Salvini si rivolge direttamente a lei: «Se ci sarà l’accordo dei territori, ci sarà l’ok e si procederà con progettazione e finanziamento. Costa 317 milioni? Tanti soldi, ma i soldi li troviamo».
«Scompare» la Valdastico
Il ministro, all’Itas Forum, prende un impegno anche sulla Valsugana. «Bene il primo lotto per l’elettrificazione della tratta da Trento a Borgo, ma l’obiettivo è trovare il finanziamento per il secondo lotto, da Borgo a Primolano. Un progetto — spiega — il cui plastico non andrà nello studio di Bruno Vespa, ma che sarà comunque importante per il territorio». Si discuterà molto di più, infatti, del Ponte sullo Stretto: «Una sfida ingegneristica che l’Italia può vincere, un’opera strategica per collegare tutto il corridoio che dal Mediterraneo va verso in Nord Europa.
Un progetto fermo da 50 anni che è possibile realizzare». Salvini spiega che il ponte sarà anche volano per l’economia e per il lavoro nel Mezzogiorno. E finisce qui il monologo del ministro, con un applauso della platea che forse non si è nemmeno accorta che dall’elenco delle opere per il Trentino è scomparsa la Valdastico.
L'intervista
di Donatello Baldo
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