L'intervista

martedì 7 Novembre, 2023

Pergine, l’addio al posto fisso per diventare libraia. Fabrizia Mosca traccia il primo bilancio: «Nessun rimpianto»

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L’ex bibliotecaria è da un anno alla guida della Athena

Fabrizia Mosca, originaria di Tenna, due figlie piccole, papà tipografo, la carta e i libri li ha sempre respirati. Per vent’anni ha lavorato nelle biblioteche pubbliche. Poi si è licenziata, lasciando il posto fisso a Trento, e ha deciso di diventare libraia. Un anno fa ha rilevato la libreria Athena di Pergine. Un periodo di affiancamento con i precedenti titolari e poi il volo da sola.
Fabrizia, a un anno dalla partenza della nuova avventura, rimpianti, recriminazioni, soddisfazione totale?
«Nessun rimpianto. Non dovrebbe fare notizia chi lascia un lavoro fisso. Per me la sfida è vinta: mi piace e mi trovo bene. Abbiamo lavorato bene, anche in estate la città non si è svuotata e c’era movimento, anche turisti. Poi a settembre con le scuole c’è stato un superlavoro per i libri scolastici e coi primi freddi la gente legge di più».
Qualche difficoltà da superare?
«Sicuramente gli aspetti fiscali e contabili, che non sono proprio il mio pane. Ma ho un commercialista molto valido… per fortuna!».
Come si sente nel ruolo di libraia?
«A mio agio. Si crea una relazione con i clienti: lavoro tanto con le famiglie, con la fascia d’età 30-50 anni. La libreria diventa un luogo di scambio di idee. Mi piace creare gruppi di lettura, e vorrei potenziarli ulteriormente. Un gruppo maestre, uno per i bambini, uno per i genitori. Ho una pagina Instagram specifica sui libri per l’infanzia, ho introdotto in libreria una vasta area per giochi didattici. Creo relazioni con la città».
Altre collaborazioni?
«Con l’associazione Montessori, la Fondazione Castel Pergine (per Erri De Luca c’erano 120 persone), con le scuole dell’infanzia, Asif Chimelli in particolare. E poi con il nuovo Pergine Festival. Se posso esprimere un desiderio, mi piacerebbe collaborare di più con la nuova biblioteca di Pergine».
Un best seller di quest’anno?
«Gli itinerari nella storia del Perginese si sono venduti a scatoloni. C’è grande interesse per il locale. Poi ovviamente la Murgia, la narrativa, con “Le ferrovie del Messico”, il giallo nordico».
Fa pubblicità?
«No, il passaparola funziona benissimo con i libri. La concorrenza è l’online più che i centri commerciali, dove il pubblico è diverso. Ma la libreria fisica a molti piace ancora, per fortuna».
Il mercoledì fa orario continuato fino alle 14.30. Funziona anche a Pergine?
«Direi di sì, è una proposta che è stata digerita e permette di fare un salto qui per un libro anche a chi è in pausa pranzo».
Il centro storico di Pergine che vivacità ha?
«Via Maier devo dire che effettivamente è molto calma. Anche troppo. Con la riqualificazione urbana si sono persi un po’ di parcheggi. Ma so che i lettori forti non hanno trovato difficoltà a raggiungerci anche in questi mesi».