il disegno di legge

martedì 5 Marzo, 2024

Orsi, in Aula passa la legge tra le proteste degli animalisti: in Trentino sarà possibile abbattere fino a 8 esemplari all’anno

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Malgrado i 119 ordini del giorno, accordo trovato nel pomeriggio. La giunta ha accolto alcuni tra emendamenti e ordini del giorno, e di conseguenza la minoranza ha ritirato l’ostruzionismo

Sembrava invalicabile il muro ostruzionistico composto da 119 ordini del giorno, e fino a metà del pomeriggio la giunta non sembrava nemmeno intenzionata a iniziare una trattativa con la minoranza: «Per me la legge è questa — diceva sbuffando l’assessore Roberto Failoni — e per me si sta qui anche tutta la notte». Ma non sarebbe bastata la notte per approvare il disegno di legge che fissa nel numero massimo di 8 gli orsi annualmente sopprimibili purché confidenti o pericolosi: 119 ordini del giorno avrebbero impegnato il Consiglio provinciale per una settimana. Nel tardo pomeriggio la svolta, con l’assessore Mario Tonina — delegato ai rapporti con l’Aula, a cui tutti riconoscono doti di gran mediatore — che ha iniziato la trattativa, riuscendo infine a chiudere la partita. La giunta accoglie alcuni tra emendamenti e ordini del giorno, e di conseguenza la minoranza ritira l’ostruzionismo. In tarda serata l’approvazione: due no (Coppola e Degasperi), 11 astenuti (il resto dell’opposizione) e 19 sì della maggioranza.

Failoni: «Giornata simbolica»
«Si tratta di risposte reali ai territori», sostiene il proponente della legge, l’assessore Failoni. Quando si trova l’accordo, esprime massima soddisfazione, addirittura entusiasmo: «Siamo arrivati a una sintesi che rappresenta un segnale importante. Quella di oggi è una giornata simbolo per la comunità trentina».

Le minoranze: «Legge monca»
Per il Pd ha parlato Michela Calzà: «Dopo anni di inerzia rispetto alle azioni di prevenzione — afferma — ora il rischio che gli orsi diventino confidenti è altissimo». E così Roberto Stanchina, Campobase: «Questa non è una legge, è un’errata corrige temporanea, perché parla di due annualità in cui si possono abbattere gli otto orsi, il che significa che entro l’anno prossimo ci sarà bisogno di un nuovo disegno di legge». Per Paola Demagri, Casa Autonomia, «una legge attuale e attuabile per la gestione degli orsi problematici in Trentino c’è già», quella votata dal centrosinistra nel 2018, che ha dato facoltà a Fugatti — subentrato alla giunta Rossi — di procedere con gli abbattimenti in piena autonomia. E in effetti, l’orso M90 è stata abbattuto in forza della famosa legge 9 del 2018, quella che ieri è stata modificata inserendo il tetto degli otto esemplari.

La maggioranza esulta
Carlo Daldoss, di Fratelli d’Italia: «Questa legge è un passo in avanti». Per il leghista Roberto Paccher, «c’è stato ostruzionismo e poi è stato superato per il buon senso di tutti». Sono intervenuti anche gli altri esponenti del centrodestra, con Eleonora Angeli (Noi Trentino) che ha spiegato come «l’obiettivo cardine dell’azione pubblica nella gestione di orsi e lupi» sia la sicurezza: «Sicurezza che deve essere garantita a tutti, affinché l’abitare valli e paesi trentini non diventi mai una colpa». Mentre il Patt, con Kaswalder, ha spiegato come «non sia possibile una convivenza in un terreno antropizzato».

Le contraddizioni di Gerosa
La vicepresidente della giunta Francesca Gerosa ieri è stata tirata in ballo più di una volta, trovandosi a un certo punto al centro di una tenaglia, stretta da una parte dal consigliere di Onda Filippo Degasperi e dall’altra dal collega di coalizione Claudio Cia. Entrambi hanno sottolineato una «certa incoerenza». Degasperi: «La vicepresidente ha firmato un documento con gli animalisti in cui dice espressamente che il foraggiamento degli animali selvatici va eliminato in modo definitivo». Un tema quello delle «mangiatoie» per ungulati che è un punto su cui Degasperi insiste, perché attirano i grandi carnivori vicino ai centri abitati. Gerosa è anche tirata in ballo per aver «approvato con riserva» il disegno di legge in discussione, quando fu licenziato in giunta, riservandosi appunto emendamenti migliorativi. Che poi non ci sono stati. E così Claudio Cia, puntuto, all’indirizzo di Gerosa: «Io a differenza di altri ho avuto sempre un’unica faccia sul tema degli orsi», mentre altri «hanno una scatola di facce da indossare all’occorrenza». Conclude poi ricordando che ha sempre sostenuto la linea della giunta Fugatti sui grandi carnivori, «anche se bullizzato dall’ex commissario del suo precedente partito». Alessandro Urzì, che lo richiamava all’ordine quando Gerosa contestava Fugatti sulla gestione dei plantigradi.

Degasperi protagonista
Con Lucia Coppola, che da esponente ambientalista qual è Europa Verde (con Sinistra Italiana) ha battagliato per migliorare il testo della legge, il protagonista che ha tenuto tutti appesi alla sua montagna di ordini del giorno è stato Filippo Degasperi di Onda. Punto per punto ha dimostrato come «non si sia fatto nulla sulla prevenzione»: «Di spray anti-orso si parla dal 2015, cosa avete fatto?». Ma attacca anche il merito del disegno di legge: «Dite che abbatterete otto orsi ma non è vero, perché nella legge c’è quello che già è previsto dal Pacobace», il protocollo sulla gestione dell’orso bruno sull’Arco alpino. Coppola ha invece ricordato che «l’orso è protetto», affermando infine che «relativamente alla convivenza con gli orsi occorre fare molto più di quanto sia stato fatto». Ed entrambi hanno poi illustrato i loro emendamenti di merito.

La «magnadora»
Uno dei punti su cui si è cercata l’intesa è sulla «magnadora». Che non è più quella evocata dall’ex assessore Grisenti (che aveva tutt’altra accezione), ma quella per gli ungulati. Stiamo parlando dei foraggiamenti posizionati nel bosco dai cacciatori per attirare gli animali a cui sparare. Degasperi chiedeva di eliminarle, ma ha ottenuto solo un impegno generale in un ordine del giorno condiviso. «Non possiamo accettare un emendamento — ammetteva uno degli esponenti della giunta — perché i cacciatori non ce la perdonerebbero». Anche altre proposte non sono state accolte: «Anche di buon senso — dice Degasperi — come quella che alza le multe a chi abbandona capi ovini o bovini nei boschi», spesso i pastori, lasciando le carcasse ad attirare orsi e lupi.

L’accordo
Tra giunta e opposizione è stato raggiunto infine un accordo che si è concretizzato in alcuni ordini del giorno a firma congiunta e su due emendamenti. Uno a prima firma Degasperi prevede l’istituzione di un Tavolo sui grandi carnivori, i cui membri saranno scelti dalla Giunta, e che avrà un mandato di 5 anni; un altro, sempre a prima firma Degasperi, prevede che gli abbattimenti possano essere effettuati esclusivamente dal personale del Corpo forestale della Provincia. Per ciò che riguarda gli ordini del giorno, uno porta la firma di Coppola e si impegna la giunta a predisporre nelle zone più a rischio cassonetti anti orso per i rifiuti. Un altro di Degasperi impegna l’esecutivo a promuovere un confronto col Consorzio dei comuni per approfondire il tema della sicurezza dei custodi forestali. Uno ordine del giorno è anche a firma Stanchina e Maule (Campobase) sull’impiego dell’intelligenza artificiale per il rilevamento degli esemplari. Ultimo, quello di Degasperi sul foraggiamento che, come nella Fiera dell’Est attirano gli ungulati che attirano gli orsi. Non si eliminano, l’impegno vago è a una «razionalizzazione».