L'operazione

martedì 10 Gennaio, 2023

Massaggi hard e sfruttamento della prostituzione, sequestrato un immobile vicino all’ospedale di Trento

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La squadra Mobile ha posto i sigilli al locale, in via Gocciadoro, a pochi passi dall'ospedale. Denunciati in tre: una donna, considerata la sfruttatrice, e due uomini

La scorsa settimana la Squadra Mobile di Trento, in esecuzione di un decreto disposto dal Gip del Tribunale di Rovereto su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha sequestrato un immobile a Trento, nei pressi dell’ospedale Santa Chiara. Qui, secondo l’accusa, la struttura ospitava un centro-massaggi, dove di fatto veniva esercitata attività di prostituzione.
L’attività d’indagine s’è innescata dalle dichiarazioni di una cittadina extracomunitaria, che ha raccontato di essere stata assunta da una connazionale affinché esercitasse l’attività di massaggiatrice presso un immobile sito nei pressi del lago di Garda, ma che poi era stata costretta dalla donna alla prostiutzione, così come altre sue connazionali. La sfruttatrice veniva supportata da un italiano, che faceva da factotum, cercando, tra le altre cose, di risolvere i problemi personali che sorgevano tra le ragazze o rendendosi disponibile a reperire artigiani per gli interventi di manutenzione dei locali, i cui proprietari erano ignari di quanto vi avvenisse.
L’attività, in un secondo momento, è stata esternalizzata anche a Trento, in un secondo immobile e ceduto da un altro cittadino italiano, risultato perfettamente a conoscenza dell’attività svolta al suo interno, della quale era pienamente co-responsabile e che favoriva con comportamenti fattivi. Il tutto avveniva in una centralissima zona di Trento, via Gocciadoro, a pochi passi dell’ospedale Santa Chiara.
L’attività non s’è interrotta neppure a seguito delle perquisizioni, svolte da questa Squadra Mobile e che hanno consentito di rinvenire la somma di 14.625,00 euro in contanti, nonché vario materiale da cui si evinceva l’attività di prostituzione. Anche le analisi dei materiali sequestrati nell’occasione ha confermato sostanzialmente quanto già emerso, ovvero che all’interno dei centri massaggi veniva di fatto esercitata attività di meretricio.
Pertanto la donna e i due uomini sono stati denunciati per i reati previsti e puniti dall’art.110 del codice penale e dagli articoli 3 e 4 della legge nr.75/58 (ossia la cosiddetta legge Merlin che vieta la prostituzione nelle case chiuse), ed è stato disposto il sequestro dell’immobile.