Il report
domenica 30 Giugno, 2024
di Maddalena Di Tolla Deflorian
Dati di qualità delle acque parzialmente positivi (probabilmente grazie alle piogge straordinarie del periodo), problemi storici del lago della Serraia sull’altopiano di Pinè che restano sul tappeto e una nuova potenziale collaborazione – per il bene del lago e anche del turismo – che potrebbe instaurarsi fra ambientalisti, tecnici e amministrazione comunale. Ecco cosa emerge dalla tappa trentina della Goletta dei Laghi di Legambiente.
La Goletta nei giorni scorsi aveva “navigato” metaforicamente e realmente (per campionare le acque) sull’altopiano, monitorando le acque del Serraia, da tempo sotto i riflettori per i suoi problemi ecologici multifattoriali. Era la prima tappa, quella trentina, del tour che ogni anno la campagna dedicata ai laghi svolge nelle Alpi e in Italia.
«Rimane necessario continuare a monitorare lo stato di salute del lago di Serraia per preservare la sua naturalità e capacità di offrire servizi ecosistemici», ha detto ieri in conferenza stampa a Trento il portavoce di Goletta dei Laghi, Mirko Laurenti. Il sindaco di Baselga di Piné Alessandro Santuari era presente (con soddisfazione per la possibile interlocuzione da parte di Legambiente) e ha concordato, nel suo intervento imprevisto e molto gradito, che sia importante sia l’attenzione dell’associazione ambientalista sia perseverare nei controlli e anche impostare possibili collaborazioni per arrivare a soluzioni multifattoriali. Il sindaco ha ricordato ieri anche che proprio nei giorni scorsi era stata reiterata la richiesta a Dolomiti Energia di non pompare acqua dal lago (a scopo idroelettrico) per tutta l’estate, come da petizione popolare, le cui oltre mille firme sono state da tempo consegnate. Il problema dei prelievi, infatti, si somma a quello della qualità a volte non buona delle acque, con relativi divieti di balneazione e presenza di alghe. «Dobbiamo imparare a guardare il lago ma anche a valutare il bilanciamento dei danni e degli impatti socio-economici e per l’ecosistema più in profondità e in modo più esteso – ha dichiarato Marino Cofler, chimico e membro di Legambiente Trento – Anche questo contributo di conoscenza e attenzione di Legambiente, oltre a quello apprezzatissimo del Comitato, ci aiutano a capire dove stiamo andando. Del resto conosciamo chiaramente la direzione. Le cause dei problemi del lago sono molteplici e vanno affrontate tutte insieme. Adesso per una congiuntura fortunata ci sono delle risorse economiche come compensazione per le Olimpiadi invernali non ottenute e questa attenzione da parte delle associazioni».
Veniamo ai dati di Goletta: i prelievi erano stati effettuati dai volontari delle due associazioni, uniti in questo monitoraggio, il 13 giugno, campionando cinque punti sul lago di Serraia e nella riserva integrale delle Paludi di Sternigo (che fra l’altro nel 2023 ha compiuto i suoi primi 30 anni). Sono stati monitorati quattro punti sul lago di Serraia e un punto sul torrente Fos Grant, a circa 150 metri dal lago, dove confluiscono vari torrenti ed entrano nella riserva integrale Paludi di Sternigo. I quattro punti campionati nel lago (la spiaggia Alberon, la spiaggia del lido nella zona del pontile, la spiaggia di Sternigo al lago e l’inizio del torrente Silla) sono risultati entro i limiti di legge per i parametri escherichia coli ed enterococchi intestinali. «È probabile che le piogge eccezionali di questo periodo e il conseguente grande apporto di acqua degli ultimi mesi abbiano influito positivamente sui valori rilevati dalle analisi, motivo per cui è importante continuare a monitorare la situazione del lago anche nel futuro», ha chiosato Fulvio Mattivi, presidente del Comitato Laghi di Piné, docente di chimica.
Il punto campionato e analizzato nel torrente Fos Grant è invece risultato inquinato, con concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali superiori ai limiti di legge se paragonati ai valori previsti per la balneabilità in acque superficiali. «Questo risultato potrebbe essere dovuto all’ingresso nel Fos Grant, a monte del punto campionato, di affluenti che attraversano zone urbanizzate con possibili apporti di scarichi civili e vaste aree utilizzate con agricoltura e allevamento estensivi», ha spiegato Mattivi.
Oltre ai due parametri microbiologici, sono stati analizzati anche due parametri chimici, ovvero i due nutrienti principali fosforo e azoto, che possono essere ricondotti a un inquinamento dovuto al dilavamento di concimi e pesticidi utilizzati in agricoltura. Anche in questo caso tutti i parametri analizzati (N-NH4, N-NO3, N-NO2, Ptot) risultano essere al di sotto dei limiti fissati dal Testo unico ambientale. Anche in questo caso sicuramente – hanno detto i tecnici di Legambiente e del Comitato – giocano un ruolo determinante le ingenti piogge, che hanno certamente diluito le concentrazioni. In particolare, il fosforo totale, che negli ultimi 20 anni ha oscillato al rimescolamento su valori medi compresi tra 20 e 30 microgrammi per litro, è risultato nei diversi prelievi uguale (Alberon) o inferiore a 15 microgrammi per litro (in tutti gli altri punti). Anche per i parametri dell’azoto, pur su contenuti assoluti non allarmanti, le analisi dei volontari di Goletta dei Laghi di Legambiente hanno confermato che le acque in ingresso dal Fos Grant hanno contenuti di azoto ammoniacale, azoto nitrico e azoto totale decisamente più elevati di tutti i campioni del lago di Serraia. «Questo conferma come la riduzione del carico in entrata dalle acque superficiali sia uno dei pilastri per il futuro percorso di risanamento del lago di Serraia», ha chiosato Fulvio Mattivi.