La testimonianza
mercoledì 22 Marzo, 2023
di Davide Orsato
«Scusate se mi intervisto da solo, ma è per raccontare quello che è successo». C’è anche il trentino Nikodem, tra gli otto attivisti finiti sotto processo per le azioni di disobbedienza civile che si sono tenute durante la PreCop 26, nell’ottobre del 2021 a Milano. È stata una delle prime iniziative del movimento Extinction Rebellion, in prima linea a chiedere ai governanti di tutto il mondo un maggior impegno contro il cambiamento climatico ad aver fatto parlare di sé in Italia, con tanto di blocchi in strada. Alcuni sono stati accusati di danneggiamento, a seguito di una serie di imbrattamenti. Non è il caso di Nikodem: «Sono chiamato davanti alla legge per aver organizzato una manifestazione organizzata – spiega – quando sono stato identificato stavo filmando il blocco stradale davanti ai cancelli del Mico (il centro congressi, ndr). Lo stavo facendo in qualità di osservatore legale, in modo da documentare con la massima chiarezza quanto accadeva». Il tutto anche per autotutelarsi in caso di denunce come è in seguito avvenuto.
A quanto riferisce Extinction Rebellion, per quelle azioni, i manifestanti, rischiano fino a un anno di carcere. «Sono persone comuni come noi e voi – spiega l’associazione – spinte a infrangere la legge per chiedere delle azioni concrete sulla crisi eco-climatica. Azioni che non solo dopo anni di conferenze e devastazioni non sono ancora arrivate, ma anzi, vengono discusse all’interno delle Cop proprio con chi ricava profitto dal fossile e dalla crisi climatica». La prima udienza si terrà giovedì prossimo, il 30 marzo, al tribunale di Milano. Gli attivisti hanno organizzato, per quella data, alle 13, un presidio di solidarietà davanti al palazzo di giustizia.
«Penso che la disobbedienza civile – conclude Nikodem – sia un modo per non tenersi dentro di sé la propria impotenza e di canalizzare le proprie energie quando non si è d’accordo con le decisioni prese, specie davanti a una problematica che riguarda tutto il pianeta».
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