Spazio

venerdì 14 Aprile, 2023

Lanciata Juice, inizia l’avventura (anche trentina) verso le lune di Giove

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Andato a buon fine il secondo tentativo: la sonda è diretta verso le sue lune ghiacciate

Juice, la sonda spaziale diretta verso Giove e le sue lune ghiacciate, è partita. Dopo esattamente 24 ore dal primo tentativo di lancio, rinviato per il rischio di presenza di fulmini, Juice è ufficialmente in grado di mandare segnali dallo spazio. Il momento della sua nascita effettiva è stato circa alle 14:50, dopo alcuni momenti potenzialmente critici che hanno tenuto tutta l’Europa con il fiato sospeso. Il sindaco Franco Ianeselli, presente nella sala del rettorato dell’Università di Trento in cui si sono riuniti ricercatori, ricercatrici, studenti e studentesse per condividere insieme questo momento emozionante, ha espresso il suo orgoglio per questa missione in cui l’Italia, e anche l’Università di Trento, hanno un ruolo fondamentale: «A noi piace dire che grazie alla nostra Università Trento ha trovato posto nel mondo, adesso ha addirittura trovato il suo posto nell’Universo».

La sonda spaziale Juice è stata lanciata da uno degli ultimi Ariane 5, il più potente lanciatore sviluppato dall’Europa, che ha fallito solo 2 lanci. Il lanciatore è composto da varie parti che si sono staccate pian piano lasciando infine la sonda sola a orbitare nello spazio. Leonardo Carrera, Dottore Magistrale in Ingegneria per l’Innovazione dei Materiali e del Prodotto, ha spiegato perché il razzo è stato costruito a pezzi e svela possibili scenari futuri: «È una questione di costo-massa. In futuro si pensa di lanciare dalla Luna. La spinta serve per scappare dalla Terra, se si estraesse direttamente materiale dalla Luna e si lanciasse da lì, si potrebbe avere una strada più rapida e meno dispendiosa senza fare il giro del sistema solare». A 32 minuti dal lancio Arianespace, che aveva il compito di mandare Juice nell’orbita giusta, ha passato definitivamente il controllo a ESA. Dopo il distacco dal lanciatore, tra i momenti critici, andati però tutti a buon fine: l’apertura dei 10 pannelli solari, di una superficie totale di 85 mq disposti a croce per essere stipati dentro Arian 5.

Nei prossimi giorni si passerà alle antenne, tra cui Rime, progettata dall’Università di Trento, che sarà la prima a essere dispiegata: ci metterà 3 giorni per essere aperta del tutto con un processo molto lento e critico. Saranno fatte poi delle acquisizioni di dati per confermare l’effettiva corretta apertura dell’antenna e solo allora sarà davvero operativa. Questa missione europea, la prima per l’esplorazione del sistema di Giove, partita nel 2006 vedrà la sua conclusione non prima del 2031. È una missione che ha fin dall’inizio coinvolto giovani menti e avrà sempre bisogno di un ricambio generazionale, Leonardo Carrera sottolinea: «probabilmente chi analizzerà i dati nel 2031 non è ancora in questa stanza e adesso è al liceo». Questo è infatti solo il primo giorno della lunghissima crociera di Juice verso Giove.