Festival dell'Economia

domenica 26 Maggio, 2024

La Zanzara fa il pienone, Cruciani parla di orsi e Fugatti si diverte

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Il programma di Radio 24 ieri al Teatro Sociale: «Occhio a dire orsi che c’è il presidente della Provincia. Magari ti spara»

Si parla di orsi anche al Festival dell’Economia di Trento, ma non in chiave scientifica. A tenere banco sul palco del Teatro Sociale ieri mattina sono stati Giuseppe Cruciani e David Parenzo, giornalisti e conduttori de La Zanzara, di Radio 24, durante l’appuntamento «La conferenza stampa de La Zanzara». Le battute sui grandi carnivori e anche sul presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in prima fila di fianco a Maurizio Rossini, ad di Trentino Marketing, sono arrivate a raffica. «Occhio a dire orsi che c’è il presidente della provincia. Magari ti spara», dice Parenzo. E Fugatti ride di gusto. Poco dopo, il presidente della Pat si alza per lasciare il teatro e il conduttore lo incalza: «Presidente se ne va? Va a uccidere un orso?».
Un intervento, quello dei due giornalisti, tra i più partecipati dell’intero Festival. Di sicuro, quello accolto con più entusiasmo e dal pubblico più giovane, tra schiamazzi e risate. Dopo aver riempito Piazza Battisti venerdì sera per la puntata in diretta, Cruciani e Parenzo hanno fatto il bis al Teatro Sociale. Tutto esaurito.
Il pubblico alza la mano, pone domande e i due, a loro modo, rispondono. Tra il comico e il grottesco, l’unica regola data agli spettatori del Teatro Sociale: non fare domande banali. Dalla Conference League, agli orsi nel bosco, fino alla guerra in Palestina, sono stati molti gli argomenti che la peculiare conferenza stampa de La Zanzara ha toccato.
«Il segreto del nostro successo è stato trattare temi alti sgretolandoli – commenta Giuseppe Cruciani – È il nostro modo di fare che ci fa riconoscere come persone che non mentono, perché ad oggi, per il pubblico, è fondamentale poter ascoltare persone vere». Un programma fuori dalle righe, spesso irriverente, e molte volte oltre i limiti della correttezza. «Ci hanno sempre dato per morti ma poi noi risuscitiamo sempre – continua il giornalista – L’importante è rimanere sempre lì, in fin dei conti tutti prima o poi ci immaginiamo una fine, l’importante è saperlo e non fare mai le vittime. Io, per esempio, non dirò mai nulla contro le aziende che mi hanno pagato».
Tra le domande del pubblico, alcune più serie altre meno, gli argomenti sono vari. Uno su tutti quello del conflitto israelo-palestinese. «Non è che se una persona è ebrea automaticamente deve difendere Israele o attaccarla, io sono cittadini italiano e ho la mia identità – spiega David Parenzo – Io penso che Netanyahu si sarebbe dovuto dimettere già anni fa, ma non bisogna nazificare lo stato di Israele, che è quello che sta accadendo adesso. Io continuerò ad esprimermi contro questo perché, ad oggi, penso che non ci sia alcun genocidio».
Non è da meno Cruciani che si affianca al collega. «Durante le prime trasmissioni ho indossato una divisa dell’esercito Israeliano che mi è stata data da un riservista perché io considero Hamas un’organizzazione di figli di puttana – commenta Cruciani – Ad Israele c’è il diritto di critica mentre in Palestina no, c’è solo terrorismo e repressione».
Un’immagine chiara, così come la posizione presa dai due giornalisti che poi si scagliano contro chi critica il loro superficialismo quando si parla di ludopatia. Un vizio che Cruciani prova a minimizzare. «Io sono favorevole a tutto, non credo nel cattivo esempio e non mi sembra di portarlo al pubblico», spiega il giornalista, pur confutato dai recenti sviluppi nell’ambito delle scommesse sportive.
Anche la politica, in modo scherzoso, è stata presa in causa dai due de La Zanzara. «Se potessi passare la mia giornata con un politico la passerei con Renzi, perché lo considero il miglior politico sul palcoscenico politico odierno», la scelta di Cruciani. «Io invece lo passerei con Giorgia Meloni, perché vorrei ricucire il rapporto con lei», risponde Parenzo. Risate, botta e risposta e applausi hanno reso leggeri temi solitamente affrontati con più di cognizione di causa. «La campagna contro la violenza sulle donne dell’Emilia-Romagna ridicolizza le vere campagne femministe – sostiene Cruciani – Ad oggi non credo che ci sia un problema per noi uomini, ma penso che in alcuni momenti della vita ognuno di noi sia accusato di cose che non esistono. Penso che nei rapporti famigliari delle piccole cose possano scappare, ma che queste non vadano classificate come violenza». Irriverenza e sregolatezza molto apprezzate da pubblico di Trento. Formato soprattutto da giovanissimi. Arrivati non al seguito delle scuole ma autonomamente, con gli amici, proprio per ascoltare Cruciani e Parenzo. I più piccoli avevano anche 15 anni.