Cambiamenti climatici
giovedì 27 Ottobre, 2022
di Redazione
Corpi in cerca di identità, antichi reperti che riaffiorano da ghiacci non più perenni e aree lasciate libere dai ghiacciai in ritiro che vengono colonizzate da nuovi organismi: la fusione dei ghiacciai, nella sua drammatica accelerazione, sta portando alla luce nuove storie e ambiti di ricerca. Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature and Culture dai ricercatori Mauro Gobbi (MUSE di Trento) e Daniel Gaudio (Università di Durham, UK) spiegano come, paradossalmente, il ritiro dei ghiacciai possa fornire la possibilità di svolgere ricerche inedite e ricostruire storie uniche e, talvolta, personali. Ma anche che dobbiamo essere consapevoli che saremo l’ultima generazione che avrà ancora la possibilità di ascoltare le storie che i ghiacciai e l’ambiente circostante hanno da raccontarci.
I ghiacciai sono come libri aperti: da loro emergono storie di esplorazioni, di ricerca della bellezza fisiografica, di uso industriale associato all’idroelettrico, di sport alpini, di guerre combattute, di aree di passaggio tra imperi o nazioni, di fragili ecosistemi con biodiversità esclusiva. Storie emerse grazie al ritiro dei ghiacci, raccolte e studiate da esperti. Narrazioni uniche e interdisciplinari che rappresentano il rovescio della medaglia dei cambiamenti climatici, affiancando al problema della perdita e inevitabile distruzione dell’habitat e di risorse naturali il risvolto “positivo” della messa a disposizione di dati e reperti utili alla ricerca e all’approfondimento storico, antropologico e naturale.
Nell’articolo “Glaciers in the Anthropocene. A Biocultural View” grazie a una prospettiva originale, provocatoria e che fa riflettere, gli autori Mauro Gobbi e Daniel Gaudio esplorano con il loro lavoro le criticità è le potenzialità che il ritiro dei ghiacciai alpini sta offrendo dal punto di vista bio – culturale, giocando sul dualismo “guadagno vs perdita” di conoscenza, sia culturale che biologica. Le ricerche, condotte dagli autori su ghiacciai Andini, Scandinavi e Alpini, tra cui quelli – in Trentino – del gruppo Adamello – Presanella e delle Dolomiti, fungono da base e filo conduttore e mettono in risalto come il ritiro dei ghiacciai alpini – una delle manifestazioni più evidenti degli effetti dei cambiamenti climatici oggi – stia diventando per tutti un vero e proprio simbolo culturale legato alla dimensione filosofica ed etica dei cambiamenti climatici.
Nel dettaglio, Daniel Gaudio, antropologo forense (e docente all’Università di Durham, UK e collaboratore dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento) fornisce nell’articolo un focus sui ritrovamenti di reperti bioantropologici e archeologici che, sempre più sovente, vengono rilasciati dai ghiacci in fusione. Tra questi ritrovamenti, ci sono anche resti umani di epoche passate e recenti, inclusi le vittime della Guerra Bianca. Resti umani e reperti archeologici necessitano un attento recupero, al fine di poter ricostruire i singoli destini e storie delle persone scomparse sui ghiacci e salvaguardare quel patrimonio storico e archeologico che il ritiro dei ghiacci sta lentamente restituendo. Gaudio esplora inoltre altri aspetti più elusivi, ma altrettanto importanti, legati alla perdita dei ghiacciai, quali la loro funzione memoriale e perfino spirituale.
Mauro Gobbi (MUSE), ricercatore dell’Ambito Clima ed Ecologia del MUSE, affronta invece gli aspetti più strettamente biologici ed ecologici relativi i ghiacciai. Il focus è sul ruolo dei ghiacciai quali habitat nel quale è presente una biodiversità esclusiva, organismi perfettamente adattati a vivere in condizioni estreme e per questo motivo a rischio di estinzione. Allo stesso tempo il ritiro dei ghiacciai sta liberando nuovi terreni; ecco quindi che tale fenomeno sta permettendo di comprendere con che modalità e con che tempi la natura reagisce colonizzando queste aree che progressivamente stanno vedendo la scomparsa dei ghiacciai. Non ultimo è ormai evidente come i ghiacciai abbiano accumulato nei decenni e nei secoli sostanze inquinanti che stanno rilasciando nell’ambiente a causa della loro fusione.