Il dramma di Peio

martedì 1 Novembre, 2022

La fede abbandonata e il giallo del biglietto. L’addio del cacciatore che aveva ritrovato il corpo di Max

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Il gesto estremo del cacciatore che ha ritrovato il corpo di Massimiliano Lucietti. Interrogato, gli era stato sequestrato il fucile

La fede abbandonata sul comodino, un biglietto per i familiari. Con questo gesto, il cacciatore che ha ritrovato nella mattinata di ieri il corpo di Massimiliano Lucietti si è congedato prima di uccidersi. I dubbi sono stati sciolti già in mattinata: i due tragici fatti, la morte, a seguito di un colpo di fucile, dell’operaio ventiquattrenne e il ritrovamento avvenuto questa mattina, primo novembre, di un pensionato di 59 anni, ex guardia forestale,  poco fuori dal centro abitato della stessa frazione di Peio, sono collegati.

L’uomo, che si sarebbe sparato con un’arma in suo possesso, è la stessa persona che ieri aveva lanciato l’allarme, comunicando ai carabinieri e al 118 la presenza di un cadavare nel bosco. Sempre lui era stato sentito dai carabinieri, nel pomeriggio, come persona informata sui fatti: i carabinieri, inoltre, gli avevano sequestrato il fucile ai fini delle indagini. Poi, nella notte, si è allontanato da casa. È stata la moglie a trovarlo poco dopo le 8, una volta letto il messaggio lasciato dal marito. Era ormai troppo tardi: il 59enne si era recato ore prima in una località nota come «La Ganaccia», sito della vecchia discarica del paese, e lì aveva deciso di togliersi la vita. «Ci sono chiare evidenze che si è trattato di un suicidio», il commento stringente che arriva dall’Arma.

Ma le indagini sul caso Lucietti restano ancora aperte: domani (mercoledì 2 novembre) è in programma l’autopsia, mentre proseguono le verifiche da parte del nucleo investigativo. Fin da subito sono emersi indizi, a partire dal posizionamento di un bossolo, a sostegno del fatto che il colpo che ha ucciso Lucietti non fosse partito dal fucile di proprietà del ragazzo. Tutte le testimonianze, inoltre, affermano che il giovane vigile del fuoco volontario fosse uscito da solo in battuta di caccia. Rimane ancora da accertare se l’ex guardia forestale, a lungo in servizio al parco dello Stelvio, fosse da sola in quel momento o se ci possano essere responsabilità di terzi.