Pergine Valsugana

martedì 25 Ottobre, 2022

Kaziyski, appello per la sicurezza nello sport: «Serve più attenzione, non siamo diversi da altre attività economiche»

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Il campione sarà testimonial del festival dedicato alla cultura sulla sicurezza. Bertoldi (Inail): in Trentino nei primi otto mesi dell’anno gli infortuni sono cresciuti del 15%

Alto, sorridente e calmo, il forte schiacciatore bulgaro della squadra di pallavolo dell’ITAS Trentino, Matey Kaziyski, ha parlato questa mattina al teatro di Pergine di sicurezza sul lavoro e – molto bene – è stato subito credibile. Kaziyski è il testimonial della prossima, futura, edizione del Festival nazionale della sicurezza sul lavoro, che tornerà a Pergine, là dove nel 2010 era nato la prima volta. Non ci sono date e programmai per l’evento, tutto da costruire, ma è stata affermata una ferma volontà di realizzarlo, condivisa dal comune con associazioni ed enti.
Nel Foyer del Teatro di Pergine, vari enti (in primis il comune, con l’assessore alla Cultura Morgan Betti), e diverse personalità hanno confermato questa volontà di riportare a Pergine il festival. Kaziyski, che non ha nascosto una certa emozione, ha fornito subito un esempio eclatante del problema: la sicurezza sul lavoro non è alla base del lavoro stesso, in Italia, al punto che in un settore dai fortissimi interessi economici e sociali, come lo sport professionistico, le tutele non sono adeguate. «Lo sport viene trattato in modo diverso dal resto delle attività economiche, quando si parla di sicurezza. Invece va incluso» ha spiegato. Il pallavolista dell’ITAS ha ricordato poi la richiesta, di recente sollevata dal segretario nazionale dell’Associazione italiana pallavolistica, di dare forma giuridica alle tutele per la sicurezza delle giocatrici e dei giocatori, migliorando anche strutture e attrezzature. «Siamo ancora lontani dai riferimenti nord-europei e americani» ha chiosato. Lo sport specchio del paese, dunque, e anche capace (si spera) di ispirare.
I dati sono crudi: nel primo semestre 2022 si registrano in Italia 382.288 infortuni sul lavoro, dei quali purtroppo 463 sono stati mortali. In Trentino nei primi otto mesi dell’anno INAIL ha registrato (lo ha ricordato il funzionario Silvio Bertoldi) un aumento del 15 per cento degli infortuni rispetto al 2021. La tendenza ci sta riportando purtroppo ai numeri di morti, malattie professionali e infortuni pre-pandemia. I morti sul lavoro nei primi otto mesi di quest’anno sono stati in Trentino 12, per 8 dei quali è conclusa la fase istruttoria che accerta il dato di incidente mortale sul lavoro. I settori con più incidenti in Trentino sono edilizia, lavori nel bosco (anche tanti, troppi sui cantieri post-Vaia) e agricoltura, . Questo è, del resto, il trend italiano. Lavoro nero e caporalato sono altri drammi che amplificano il problema, anche nel nostro territorio autonomista (come ha ricordato l’ispettore provinciale Andrea Merler, autore del libro Cronache di un viaggio nell’insicurezza sul lavoro (La Finestra Editrice).
Serve una cultura e una forma-mentis della sicurezza, a fianco delle norme e di maggiori controlli: lo hanno ribadito tutti i relatori stamattina. Maurizio Gentili, del CNR, ha ricordato l’importanza della ricerca scientifica pubblica e della tecnica, per aumentare la sicurezza.
L’idea e la volontà di riportare nella terza città del Trentino l’evento, dopo molti anni dalle sue prime edizioni (2010, 2011), è ferma nelle parole dell’assessore Morgan Betti. La collaborazione organizzativa è con il perginese Centro Studi Vox Populi e il think-thank Il Nodo di Gordio e sempre con protagonista il presidente del festival ( e di Nodo di Gordio) Daniele Lazzeri.
Betti ha spiegato «Ci è sembrato importante riproporre dopo svariati anni questo evento, che credo sia fondamentale riportare nell’alveo della cultura. Si pensa troppo spesso che gli incidenti sul lavoro siano effetto del fato, ma invece un’ adeguata sensibilità non può che aiutare a risolvere una piaga che nella società è riportata troppo poco».
ANMIL, Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, è un asse portante delle attività di sensibilizzazione, Il reggente della sezione trentina, Luciano Giovinazzo, ha raccontato «Quest’anno ci sono 25 famiglie nella nostra regione, fra Alto Adige e Trentino, che piangono per il lutto di un morto sul lavoro. L’attività di testimonianza sulle proprie esperienze di infortuni, che le volontarie e i volontari d ANMIL portano nelle scuole e agli eventi, sono utili e coinvolgenti. La sicurezza sul lavoro è una battaglia di civiltà e la facciamo solo tutti insieme».
Sono intervenuti anche l’assessore provinciale a Cultura e Istruzione, Mirko Bisesti, che ha ricordato l’impegno nelle scuole trentine; Paolo Oss Noser di Pergine Spettacolo Aperto, che ha ribadito l’importanza di usare l’arte come modo per parlare di questo tema e Daniele Malacarne, presidente del cda del SOGECA (società gestione cave nel comune di Albiano) che ha condiviso la necessità di collaborare. L’ex assessore al comune di Pergine, Marco Morelli, ha ricordato come il primo festival avesse a suo dire, nelle sue prime e uniche edizioni perginesi, sollevato qualche polemica, perché avrebbe disturbato qualche osservatore.