La testimonianza

mercoledì 21 Maggio, 2025

«Informarsi per partecipare», la storia di Matteo Bertoldi (da Vinci): «Grazie alla lettura dei giornali ho sviluppato un pensiero critico»

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Studente all'ultimo anno, è tra i partecipanti del progetto del Fondo comune delle Casse rurali. «Cosa ho capito? Se una persona non si informa, si vede immediatamente, a partire dai dibattiti in classe»

«La lettura dei giornali dovrebbe essere obbligatoria a scuola». Ne è convinto Matteo Bertoldi, di Trento, all’ultimo anno del liceo scientifico Da Vinci.

L’informazione come ha cambiato la sua percezione del mondo?
«Spesso diamo per scontato che alcuni processi abbiano una sola chiave di lettura. Ecco, leggere i quotidiani mi ha permesso di scalfire determinate certezze su molteplici tematiche. Non c’è un solo punto di vista, ma ci sono vari punti di vista. Io mi approccio alla lettura del quotidiano in questo modo: non per ricevere un dogma, ma per avere più punti di vista, che poi io interpreto come voglio. Leggendo il giornale, si possono conoscere anche molte opportunità: dalle possibilità di partecipazione alla vita pubblica alle opportunità di lavoro estivo, fino alle proposte di volontariato».

Come incide, invece, sul pensiero critico?
«Io ho fatto un percorso di questo tipo: alle medie pensavo quello che pensavano i miei genitori, poi grazie ai giornali ho sviluppato un pensiero critico, che può essere differente da quello degli altri su determinate tematiche, e grazie a questo sono riuscito a inserirmi nella rappresentanza studentesca».

L’informazione favorisce una cittadinanza attiva?
«Io ho sempre in testa la frase di mia nonna: “la lettura è la chiave del sapere”. Se una persona non si informa, si vede immediatamente, a partire dai dibattiti in classe: chi si informa sa quali argomenti sono più attinenti a una determinata problematica e sa tenere il filo del discorso, mentre chi non si informa è un passo indietro, non dal punto di vista del rendimento scolastico, ma dal punto di vista della connessione con tutto quello che c’è fuori dalla scuola. Un cittadino è attivo se si informa. Banalmente, attraverso l’informazione, si conoscono cose che a scuola non si insegnano: che cos’è un mutuo, che cos’è un prestito, che cos’è la corruzione, e tanto altro».

L’informazione porta anche a una crescita della propria cultura personale?
«Se io sono arrivato ad essere quello che sono, è proprio perché mi sono informato. E questo anche grazie ai miei professori, che hanno fatto della lettura dei quotidiani parte integrante delle lezioni. Credo che l’informazione sia l’abc della cultura personale. La lettura dei giornali dovrebbe essere obbligatoria a scuola».