Sanità

venerdì 31 Marzo, 2023

Infermieri, appello per adeguare organici e salari. Pedrotti: «Numeri insufficienti, cure a rischio»

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Assemblea annuale dell'Ordine. In provincia 4.473 iscritti e ogni mille abitanti ci sono 7,7 professionisti (in Europa sono 8,6). E il direttivo presenta un documento programmatico

L’assemblea s’è rivelata l’occasione per riepilogare le criticità (sugli organici e sui modelli organizzativi) e formalizzare un pacchetto di proposte concrete (per la formazione e l’attrattività della professione). Al Centro Studi Erickson nella serata di ieri, 30 marzo, l’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Trento ha presentato un documento, elaborato dal consiglio direttivo e dal presidente Daniel Pedrotti, che orienterà il dialogo istituzionale. Suggerimenti didascalici, per migliorare le condizioni di oggi e di domani. Due esempi su tutti: programmare l’accesso ai percorsi di laurea (triennale e magistrale) in base al fabbisogno e bandire concorsi per docenti di prima e seconda fascia in Scienze infermieristiche in capo alla nuova Scuola di medicina dell’ateneo. Resta, ovviamente, il nodo del numero di professionisti. In Trentino si contano 7,7 infermieri ogni mille abitanti. Un dato sopra la media nazionale(6,6 ogni mille cittadini) ma sotto la soglia europea (8,6 ogni mille).

«Numeri inadeguati»
«Le fragilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale e Provinciale sono sotto gli occhi di tutti – ha esordito Daniel Pedrotti, presidente dell’Ordine – e rafforzano la necessità urgente di investire nella professione infermieristica e più in generale nelle professioni sanitarie e in modelli organizzativi innovativi per continuare a garantire la tutela del diritto alla salute dei cittadini e affrontare le sfide del futuro». Specie negli anni della pandemia, a emergere sono state le fragilità negli organici. Un problema strutturale, legato all’accesso alla professione. Ma che rischia di minare il servizio al di là della solidità professionale delle infermiere e gli infermieri. «Come professione infermieristica esprimiamo forte preoccupazione perché il bene inestimabile delle cure infermieristiche è oggi a forte rischio per quantità e qualità – ha aggiunto Pedrotti – gli infermieri sono in numero insufficiente e questo non sempre permette loro di garantire quanto atteso. Inoltre, gli infermieri, seppur siano in possesso delle giuste competenze, non sempre trovano la giusta collocazione per la loro massima espressione, oltre al fatto che sono poco rappresentati ai vari livelli, anche strategico, per fornire una direzione necessaria».

Il documento
È con queste premesse che il Consiglio Direttivo, congiuntamente alle Commissioni di Albo, ha predisposto un documento che contempla 4 aree di intervento prioritarie per la professione infermieristica in provincia di Trento e che orienteranno in modo importante le interlocuzioni, già in essere, con la politica. «Si devono superare numerosi ostacoli che la professione ha incontrato sulla sua strada, riducendo l’attrattività del sistema sanitario per la professione stessa, quali modelli organizzativi ormai inadeguati, la presenza di attività improprie, le scarse opportunità di carriera in particolare nella clinica e nella formazione. L’infermieristica ha oggi la necessità di differenziarsi e specializzarsi, riconoscendo livelli diversi di competenze e abilitazioni che siano remunerati diversamente» ha sintetizzato Pedrotti.

Formazione e salari
Nel dettaglio, il documento articola per ogni area di intervento proposte specifiche. Innanzitutto la definizione negli organici del rapporto infermiere/paziente, garantendo standard di sicurezza e cura nelle Rsa, negli ospedali e sul territorio. Ancora: programmare i numeri di accesso alla laurea triennale e alla laurea magistrale in coerenza con il fabbisogno. E a proposito di formazione, il documento suggerisce di prevedere nella scuola di Medicina dell’università di Trento concorsi per docenza di prima e seconda fascia in Scienze infermieristiche, ma anche ricercatori. Quanto alle soluzioni per rendere attrattiva la professione (quindi fare in modo che professionisti da fuori lavorino qui) si propone un adeguamento della retribuzione in base alle responsabilità e, tra le altre cose, l’espansione delle posizioni dirigenziali nelle aree della clinica, della formazione e dell’organizzazione.

I dati
Guardando al presente, l’assemblea ha fotografato i numeri del Trentino. Sono 4.473 gli iscritti all’Ordine trentino (numero che comprende anche 46 infermieri pediatrici) e l’84% sono donne (3.758). La fascia d’età maggiormente rappresentata è quella che va dai 46 ai 50 anni, precisamente 753 (il 16.83%), anche se si registra una notevole presenza nella fascia 26-30 anni, con un totale di 568 infermieri (il 12,69% del totale). Gli infermieri dipendenti dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari rappresentano la maggior parte degli iscritti all’Ordine (stima 3.102, ovvero il 69,3%), seguiti dai dipendenti APSP-RSA che sono stimati in 854 (quindi il 19,1%). Da evidenziare un aumento degli infermieri liberi professionisti (195, 4,4%). Il 94,18% degli infermieri (4.213) sono di nazionalità italiana, mentre dal resto d’Europa si contano 191 infermieri (4,27%), con 69 di provenienza invece extracomunitaria. Qualche confronto poi tra il nostro territorio e il panorama nazionale ed europeo: in Trentino si contano 7,7 infermieri ogni mille abitanti, dato decisamente più alto rispetto al resto d’Italia (6,6 / 1.000), ma ancora inferiore alla media europea, che registra 8,6 infermieri ogni mille abitanti (Rapporto Health at a glance – dati OCSE, 2022).