Calcio

domenica 12 Ottobre, 2025

Il Festival dello Sport si chiude con Balotelli: «I giornali inglesi mi hanno preso di mira fortemente: mi sono stati vicini i fratelli Touré, Kolo e Yayae»

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"Super Mario" ha parlato della sua carriera calcistica davanti a una folla: «L'Italia andrà al prossimo Mondiale. Ma si è perso il concetto di Nazionale»

A chiudere questi quattro giorni di Festival dello Sport uno dei più grandi attaccanti che il calcio abbia mai visto. Un giocatore completo, straripante fisicamente e con un tiro capace di piegare i guanti di ogni portiere ma che, probabilmente, non è mai stato capace di sfruttare a pieno il proprio talento, lasciando spesso parlare di sé non per i risultati in campo ma per una vita fuori dal campo spesso al di sopra le righe. Mario Balotelli è stato il grande protagonista delle 18.30, capace non solo di riempire il Teatro Sociale, ma di creare una fila di persona che arrivava fino al ristorante Forst.

Non solo, prima della sua entrata, in tutto il Sociale è partito un coro ad inneggiare il suo nome, che è durato per tutto il tempo della sigla introduttiva fino al suo arrivo sul palco. Insieme ai giornalisti Carlo Laudisa e Antonino Marici, “Super Mario” ha parlato della sua carriera calcistica: «Ho cominciato a giocare che avevo 3 anni, in strada e nei campetti. Mio fratello Enock è stata la prima persona con cui ho giocato a Brescia. Da bambino ero difficile ma buono, poi pian piano si matura. Ricordo che volevo provare a giocare all’estero e i miei fratelli mi avevano trovato un contatto a Barcellona», racconta l’ex calciatore del Milan, «Avevo fatto un mesetto a Barcellona, ma il Renate chiedeva tanti soldi e alla fine non si è fatto niente. Nella squadra dove avevo giocato c’erano Bojan Krkic e Thiago Alcantara. A un certo punto arriva l’Inter con Massimo Moratti, che è stato fondamentale per la mia carriera, perché mi ha dato tante responsabilità, così come mister Mancini».

È stato in Inghilterra però il punto di svolta per il calciatore: «È stata la mia prima volta lontano dalla mia famiglia, però anche lì abbiamo vinto subito, portando a casa una FA Cup. Quel periodo è stato difficile, ma con la maglia “Why always me?” la situazione è degenerata. I giornali inglesi mi hanno preso di mira fortemente. Di quel periodo devo ringraziare i fratelli Touré, Kolo e Yaya nello spogliatoio mi hanno aiutato tantissimo».

Arriva poi il periodo della Nazionale, diventando grande oggetto di mercato dei club italiani tra cui il Milan: «In realtà dovevo andare alla Juventus, ma è stato Mino Raiola a farmi andare al Milan e a lui dovevo tanto. Per quanto riguarda la Nazionale non voglio attaccare nessuno, ma credo si sia perso il concetto di Nazionale. Io ero fiero di rappresentare l’Italia, mentre oggi questo aspetto mi sembra venuto meno, mi sembra ci sia molto meno attaccamento rispetto al passato», spiega Balotelli, «La mia top 3 di attaccanti italiani? Sicuramente Gigi Riva poi Roberto Baggio. Il terzo è difficile, sono indeciso tra Francesco Totti e Alessandro Del Piero, ma anche Bobo Vieri. Se però devo scegliere, direi Totti. Tra quelli con cui ho giocato invece Antonio Cassano, Carlos Tevez, Zlatan Ibrahimovic, ma ce ne sono tanti».

Nel rapporto con i suoi compagni invece, Super Mario ha detto: «Zlatan mi riprendeva ma perché mi voleva bene. Marco Materazzi è stato ciò che Yaya Touré è stato al City. È stato un giocatore che mi ha dato una grossa mano, però è anche un grande amico. È stato con Cesare Prandelli che mi sono trovato meglio come allenatore perché mi lasciava libero di fare. Mi ricordo tra l’altro il famoso gol contro la Germania. Neuer occupava tutta la porta, perciò ho detto “o tiro forte o non faccio gol”».

Sul suo futuro invece, Balotelli ha condiviso: «Sono in una fase di stallo. Ho avuto offerte dall’estero ma speravo di fare almeno uno o due anni qui in Italia, ma per ora sembra non esserci possibilità nonostante io lo vorrei molto. Quindi o vado all’estero oppure aspetto il mercato di gennaio».

Il tempo passa per tutti e anche per Super Mario significa maturare, specie dopo essere diventato padre: «I bambini ti responsabilizzano tantissimo ed io ho un rapporto bellissimo con mia figlia, mentre con mio figlio purtroppo non l’ho visto moltissimo per scelte della madre. Sono cose a cui non ho potuto fare niente. Con Raffaella Fico ho un bel rapporto, ora ci vogliamo bene nonostante da giovani abbiamo fatto degli errori».