La proposta

martedì 22 Agosto, 2023

Freschi (FdI): «Materne a luglio, imitare l’Alto Adige»

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L'ex presidente della Consulta dei genitori riapre il dibattito

Maurizio Freschi, responsabile scuola di Fratelli d’Italia ed ex presidente della Consulta provinciale dei genitori, torna sul dibattito riguardante l’apertura a luglio delle scuole materne e invita a tenere conto anche dei bisogni delle famiglie e delle esigenze di conciliazione tra lavoro e cura dei figli da parte dei genitori: «Risulta ormai evidente quanto le necessità delle famiglie siano radicalmente cambiate e quanto sia necessario trovare soluzioni per permettere la conciliazione della gestione dei bambini con il lavoro». L’esponente di Fratelli d’Italia comunque riconosce che il problema richiede soluzioni non banali. mentre a suo giudizio è stata scelta: «È altrettanto evidente come la soluzione a un problema complesso si sia cercata in modo superficiale, finendo col mettere in contrapposizione insegnanti e famiglie partendo dall’assunto, errato, della disponibilità gratuita del personale a luglio e dalla confusione tra servizio educativo e conciliativo». Questa comporta anche un aumento dei costi: «Purtroppo il costo per le sole sostituzioni dell’organico a luglio supera il milione di euro che, sommato agli ulteriori costi del prolungamento del calendario porta la spesa totale ad oltre 2,5 milioni di euro, senza considerare poi che il calendario della scuola dell’infanzia su tutto il territorio nazionale risulta essere di dieci mesi». Freschi invita a usare il buon senso e il pragmatismo nell’analizzare i dati: «Analizzando le frequenze del mese di luglio, queste non supererebbero il 45% (per la Federazione delle scuole dell’infanzia solo il 35%) dei bambini iscritti all’anno scolastico con scuole che non hanno superato il 25%. A questo punto si rende necessaria una riflessione su quale sia la corretta risposta ai bisogni delle famiglie e, in primo luogo, dei bambini se, a fronte di un’offerta gratuita, si sia riscontrata una così bassa adesione. Oltre a questo sarebbe doverosa una razionalizzazione della spesa per garantire le migliori opportunità di conciliazione, per i genitori, e di offerta per i bambini». Da qui il suggerimento di imitare i vicini altoatesini: «L’Alto Adige, solitamente attento alle politiche sociali e alla gestione delle risorse, ha bocciato l’opzione del prolungamento del calendario delle scuole dell’infanzia, optando per il potenziamento dei servizi conciliativi. Se consideriamo inoltre che risorse necessarie per il prolungamento, circa 2,5 milioni, sono totalmente a carico della Provincia e che con lo stesso costo per le finanze provinciali , utilizzando i buoni di servizio, si potrebbe generare una ricaduta sul territorio di quasi 14 milioni di euro, risultano ancora più evidenti i benefici di tale opzione. In questo modo ne beneficerebbero la diversificazione dell’offerta , la qualità e l’occupazione. In sintesi, prima di stravolgere un sistema scolastico si dovrebbe procedere a un approfondito studio dei dati. Si dovrebbe poi procedere a una attenta analisi dei bisogni di bambini e famiglie, solo a questo punto si potranno mettere a confronto tutte le opzioni disponibili, senza preclusioni ideologiche, selezionando le migliori soluzioni».