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mercoledì 10 Aprile, 2024

Esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana: cosa è successo, le ricerche dei dispersi, le tre vittime accertate, le indagini

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I corpi sottoposti a sequestro, l'acqua invade nuove stanze e si complicano le ricerche

La situazione attuale

Il boato, poi un’alta colonna di fumo che si è alzata al cielo poco dopo le 14.30 di martedì 9 aprile dalle viscere della centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi sul lago di Suviana, nell’Appennino bolognese. Una deflagrazione che nel primo bilancio provvisorio, ha ucciso tre persone, ma il cui bilancio provvisorio potrebbe salire. All’appello mancano ancora 4 uomini che proprio in queste ore vengono cercati dai reparti sommozzatori e da circa 100 vigili del fuoco intenti a scandagliare l’area dell’esplosione. Quell’ottavo piano interrato completamente distrutto dall’esplosione di una turbina che ha allagato l’intero piano distruggendo anche il solaio tra l’ottavo e il nono piano, provocando la rottura dei condotti di refrigerazione della turbina stessa.

I soccorsi per le ricerche dei 4 dispersi

Come detto, sono 100 i vigili del fuoco impegnati nelle complesse operazioni di ricerca dei quattro dispersi, di cui 61 inviati in rinforzo dalle regioni limitrofe. Sul posto, sono presenti team Urban, search and rescue, sommozzatori, unità Speleo alpino fluviali, squadre ordinarie ed esperti topografi. Personale qualificato perché la speranza, pur flebile è quella di trovarli vivi, magari in un anfratto non allagato che avrebbero potuto raggiungere.

«C’è acqua, quindi ci si muove a fatica. In acqua visibilità zero – racconta Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco -. È una situazione difficile, ma questo è un momento di studio della situazione insieme ai tecnici dell’Enel. Dobbiamo capire da dove sta entrando l’acqua e cosa può accadere». Nell’ottavo piano «ci sono almeno 50 cm di acqua. Fino a questa notte era una zona asciutta nella quale potevamo rimuovere le macerie. In questo momento non è più possibile fare questo tipo di operazione. Stiamo rimodulando l’intervento. È un intervento che va studiato perché molto, molto complesso». L’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, si è recato immediatamente sul luogo per coordinare di persona le attività aziendali in raccordo con le autorità competenti. «Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith». Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo.

Le vittime accertate, salme sotto sequestro

Si chiamano Vincenzo Franchina, Mario Pisani e Pavel Petronel Tanase le vittime accertate di questa tragedia sul lavoro. Franchina, nato a Patti nel 1988, in provincia di Messina è il più giovane dei tre e lascia la moglie con la quale non riuscirà a festeggiare il primo anno di matrimonio. Il più anziano è Mario Pisani, ex dipendente Enel. Lui, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe avrebbe compiuto tra pochi giorni 74 anni. Terza vittima  Tanase di 46 anni. Nell’esplosione fatale queste tre vite sono state spezzate sul colpo. Sono invece ore di ambascia per i cinque feriti più gravi che stanno lottando tra la vita e la morte.
Intanto le salme dei tre lavoratori morti ieri nell’esplosione sono state poste sotto sequestro dall’Autorità giudiziaria, in vista degli accertamenti che verranno svolti nelle prossime ore. I corpi, secondo quanto si apprende, si trovano all’obitorio del cimitero di Certosa di Bologna.

I dispersi

Tra i quattro dispersi c’è anche Adriano Scandellari, di 57 anni, nato a Padova e residente a Mestre e dipendente Enel Green Power. Ingegnere elettronico, Scandellari è stato insignito del titolo di Stella al Merito del Lavoro e Maestro del Lavoro dal Presidente della Repubblica Italiana nell’aprile 2023. Gli altri tre dispersi sono Alessandro D’Andrea, di 37 anni, originario di Pontedera (Pisa) e dipendente della Voith Hydro con sede a Cinisello Balsamo (Mi); Paolo Casiraghi, di 59 anni, di Milano e dipendente della ABB con sede a Milano, e Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli e dipendente della Lab Engineering. È quanto si apprende da fonti della Prefettura di Bologna.

La centrale elettrica di Bargi sul lago di Suviana, nell’Appennino bolognese

L’esplosione è avvenuta all’ottavo piano interrato.  La centrale è stata costruita nel 1975 ed è uno degli impianti strategici in caso di blackout nazionale. Erano in corso da circa un anno dei lavori di manutenzione affidati a tre ditte esterne. Il bacino di raccolta è il lago di Suviana, nell’Appennino bolognese, dal quale partono le due condotte forzate che portano l’acqua in caduta libera verso le turbine, collegate agli alternatori. Al di sotto i bacini di raccolta. Scendendo dentro la centrale al primo piano interrato si trova la sala riparazioni al di sotto della quale si trovano i pozzi verticali. Barati profondi che raggiungono proprio quell’ottavo e nono piano interrato. Le turbine, tra le più potenti in Italia hanno una potenza complessiva di 330MW e pompano circa 47 metri cubi al secondo di acqua verso il lago Brasimone. Come sottolineato, la centrale, è parte integrante del piano di riaccensione della rete nazionale in caso di blackout. Venne attivata proprio in queste circostanze nel 2003. La sua particolare posizione è in grado di scambiare grossi volumi di acqua tra i due volumi.

I sindacati in sciopero

Zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Sono queste le rivendicazioni alla base dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per la giornata di domani, giovedì 11 aprile, con quattro ore di stop in tutti i settori privati e otto in quello dell’edilizia.