il caso

venerdì 19 Gennaio, 2024

Crollo delle nascite, in Trentino a rischio 19 scuole dell’infanzia. In dieci anni persi 4mila iscritti

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Realtà sottodimensionate con meno di 15 bambini: da Ruffrè Mendola fino a Montesover. Degasperi (Dipartimento): «Situazioni attenzionate»

A Dambel, comune di poco più di 400 abitanti in Val di Non, le famiglie sono balzate dalla sedia quando, nei giorni scorsi, è circolata la voce di una possibile chiusura della scuola dell’infanzia (il T di ieri). La responsabile della struttura, Lucia Zambiasi, ha dato rassicurazioni («da qui a dire che l’asilo chiuderà, ce ne passa»), ma il tema resta. Il calo delle nascite — un crollo se guardiamo gli ultimi vent’anni: da 5.172 nati nel 2004 a 3.611 nel 2023 in Trentino — getta delle ombre sul sistema dell’infanzia. Oggi si contano 19 scuole sottodimensionate: scuole, con meno di 15 iscritti, tenute aperte in via eccezionale dalla Provincia. In futuro le strutture potenzialmente a rischio chiusura potrebbero essere di più se la curva demografica non dovesse invertire la rotta.
Le scuole «attenzionate»
Per legge nelle scuole unisezionali (cioè con una sola sezione) il numero dei bambini non può essere inferiore a 15, o a 10 se si trovano in zone svantaggiate. Si può derogare però. Se le scuole non raggiungono il tetto minimo di iscritti la Provincia può mantenerle aperte al fine di contenere lo spopolamento delle aree montane, o comunque per non creare situazioni di particolare disagio.
Ecco, allo stato attuale, stando ai dati del Dipartimento istruzione, sono 19 le scuole dell’infanzia unisezionali sottodimensionate. Dieci strutture contano fra i 10 e i 14 bambini, mentre altre nove hanno meno di 10 iscritti: si va da Grigno, comune di duemila abtianti in Valsugana, a Ruffrè Mendola, località di poco più di 400 anime in Val di Non.
«Queste sono scuole attenzionate», spiega Livio Degasperi, dirigente del Servizio attività educative per l’infanzia del Dipartimento istruzione. Ossia sono scuole che alla minima variazione — una o due famiglie che si trasferiscono — rischiano di chiudere. Mantenerle aperte ha un costo che non è sempre sostenibile.
Il calo degli iscritti
In Trentino, in totale, ci sono 262 scuole dell’infanzia: 111 provinciali e 151 equiparate. Il 31 gennaio scadono le iscrizioni per il prossimo anno. Quello in corso conta complessivamente 12.479 iscritti: 4.929 bambini (il 39,5%) frequentano le provinciali e 7.550 (il 60,5%) le equiparate. Rispetto all’anno precedente si registrano 223 iscritti in meno (-1,79%), invece rispetto a dieci anni fa (2013-2014) 3.900 in meno (-23,8%). Fra tre anni è facile immaginare che si dovrà fare i conti con circa 230 bambini in meno: il 2023, infatti, si è chiuso con una flessione di 237 nuovi nati rispetto al 2022.
Intanto le sezioni continuano a scendere. Nell’anno scolastico in corso sono sparite 4 sezioni: complessivamente ne sono state attivate 639 (256 nelle scuole provinciali e 383 in quelle equiparate). Soltanto dieci anni fa (2013-2014) si arrivava a 750 sezioni.
Le scuole a rischio
Vediamo ora quali sono le scuole unisezionali sottodimensionate: fra quelle provinciali, 13 iscritti a Varena (Valle di Fiemme), 13 a Grumes (Valle di Cembra), 13 a Cimego (Valle del Chiese), 14 a S. Ilario (Rovereto), 9 a Capriana (Val di Fiemme), 9 a Piazza (Terragnolo), 8 a Casatta (Val di Fiemme), 6 a Cavedago (Altopiano della Paganella), 6 a Luserna (Altipiani cimbri), 7 a Ruffrè Mendola (Val di Non); mentre fra quelle equiparate, 10 iscritti a Montesover (Valle di Cembra), 10 a Bondone (Valle del Chiese), 12 a San Martino di Castrozza (Primiero), 12 a Grigno (Valsugana), 12 a Castellano (Villa Lagarina), 14 a Faver (Val di Cembra); 9 a Dambel (Val di Non), 9 a Masi di Cavalese (Val di Fiemme) e infine 6 a Ranzo (Valle dei Laghi).